Gli esercizi commerciali di Conakry, capitale della Guinea, hanno deciso di tenere le serrande abbassate, oggi, per il timore di manifestazioni. Nonostante il voto dello scorso 27 giugno si sia svolto in modo ordinato, i candidati alle presidenziali hanno espresso non pochi dubbi sulla regolarità dello scrutinio. «Difficoltà logistiche» queste le motivazioni che hanno spinto la Corte Costituzionale a concedere una proroga di 48 ore alla pubblicazione dei risultati, attesi oggi. Secondo il codice elettorale, infatti, i primi risultati dovevano essere resi noti entro mercoledì.
Venti dei 24 candidati si sono rivolti nei giorni scorsi alla Commissione elettorale per denunciare le irregolarità del voto.
Il primo a parlare di brogli è stato il candidato Cellou Dalein Diallo (nella foto) per il quale il ritardo nella comunicazione dei risultati elettorali sarebbe un segnale evidente di frode.
Il voto di domenica ha segnato una tappa cruciale nella storia del paese. Si tratta infatti delle prime elezioni libere dopo 52 anni di dittature. Sono stati chiamati al voto circa quattro milioni di elettori e per monitorare la regolarità della consultazione sono stati dispiegati 3.965 osservatori nazionali e internazionali. L'affluenza alle urne è stata massiccia e le operazioni di voto si sono svolte senza disordini o incidenti.
Le missioni di Unione Europea, Unione Africana e Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale hanno commentato positivamente l'atmosfera di stabilità in tutto il paese. Finora la Commissione elettorale non avrebbe rilevato nessuna irregolarità, definendo infondate le accuse di frode.
Commenti positivi sono arrivati anche da parte degli osservatori del Centro Carter, secondo i quali non ci sono stati casi di frode tali da poter mettere a rischio la credibilità dello scrutinio.
Il Consiglio nazionale delle organizzazioni della società civile della Guinea (Cnoscg) ha istituito un sistema di monitoraggio sulle operazioni di voto mettendo in campo 964 osservatori in tutto il paese. Secondo quanto rilevato dal Cnoscg tutto si è svolto con regolarità.
La Responsabile della politica estera europea, Catherine Ashton, ha invitato i guineani a mantenere la calma, in vista soprattutto di un possibile ballottaggio.
Come promesso, stanno, invece, a guardare, per il momento, i militari, che hanno preso il potere nel dicembre 2008, subito dopo la morte dell'ex presidente Lansana Conté, a sua volta giunto alla guida del paese grazie ad un colpo di stato.