Non ci sarebbe più nulla da fare, per il capo della giunta militare in Guinea. Il capitano Moussa Dadis Camara, giunto al potere il 23 dicembre 2008, grazie ad un golpe, non sarebbe in grado di comprendere ciò che lo circonda. A dirlo è stato il numero due della giunta, il generale Sekouba Konaté, secondo indiscrezioni riportate dall'agenzia stampa France Presse.
Konaté, ministro della Difesa, che dall'inizio del mese esercita le funzioni di "presidente ad interim", è andato martedì a fare visita al capitano Camara, ricoverato in un ospedale del Marocco.
Il trauma cranico riportato dal capo della giunta durante l'aggressione del 3 dicembre a Conakry, avrebbe reso l'uomo incapace di tornare al comando. L'attentatore, il suo aiutante di campo, il colonnello Aboubacar Sidiki Diakité, si trova ancora latitante.
I dubbi sulla salute di Camara, sarebbero rinforzati dal sospetto che la notizia della sua morte possa non essere diffusa, fino a quando la successione non sarà definita. Già nel 2008, la scomparsa del presidente Lansana Contè, è stata annunciata con alcuni giorni di ritardo, per permettere ai militari di prendere il controllo del paese
Di un clima di incertezza riferiscono anche i maggiori media locali. Secondo Guineenews, le prossime settimane saranno caratterizzate da una lotta per il potere tra il generale Konaté e il capitano Jean Claude Pivi, alleato di Camara e ministro responsabile della guardia presidenziale. Pivi è criticato per i metodi repressivi adottati in svariate occasioni nel paese. In una di queste, la sua guardia avrebbe coordinato una strage durante un comizio di oppositori, il 28 settembre scorso, nello stadio di Conakry. Nella repressione morirono più di 150 persone mentre 1200 rimasero ferite.
I recenti provvedimenti di scarcerazione voluti da Konaté nei confronti di un gruppo di militari, vicini al presidente Conté, sembrano intanto segnare un cambio di rotta negli equilibri interni alle gerarchie dell'esercito.
Il generale, per il momento, avrebbe incassato anche l'appoggio della comunità internazionale, Stati Uniti in testa, tanto da far parlare di sé come "l'uomo di Washington" in Guinea.