Prima ancora del discorso storico del 2 febbraio del presidente de Klerk, era chiaro che il governo sudafricano era da tempo in dialogo con l'African National Congress (ANC) attraverso la mediazione del suo leader carismatico Nelson Mandela. Le trattative erano già in corso; non per parlare dei Futuro del Sudafrica bensì per individuare i prerequisiti e preparare il clima necessario per intavolare futuri negoziati. La decisione di de Klerk di dialogare su dei prerequisiti internazionalmente accettati è da attribuire all'inesorabile declino dell'economia sudafricana. Come già accadde in Rhodesia, è arrivato il momento quando la logica militare deve cedere il passo alla logica dell'economia. Questo processo in Sudafrica ha subito una accelerazione violenta dopo l'umiliazione di Cuito Cuanavale nel 1988 per mano delle truppe angolane e cubane. L'embargo di armi ha infatti lasciato il Sudafrica con una forza aerea pericolosamente inadeguata. Gli investimenti in diminuzione per il quarto anno consecutivo, il peso delle sanzioni economiche, i 2,4 miliardi di dollari di debito da ripagare entro il 1990 e la scarsità fatta per i casi più estremi, assume dunque una particolare importanza nei confronti dei mèmbri dell'ANC che stanno attendendo l'impiccagione nel braccio della morte.
Tale proposta consente inoltre al presi dente un più ampio spazio di manovra e vanifica al contempo una nuova, intensa campagna che si sta diffondendo tra le chiese e il Movimento Democratico di Massa (MDM). Non è difficile prevedere che una pronta scarcerazione di tutti i prigionieri politici scatenerà sul governo de Klerk un forte e pericoloso contraccolpo da parte dei boeri estremisti. Le modalità della scarcerazione le varie categorie dei detenuti da liberare saranno oggetto di valuta estera disponibile (si parla che la divisa a disposizione sia sufficiente solo a coprire le importazioni di poche settimane) hanno costretto il pragmatico de Klerk a porre l'opinione internazionale al di sopra dei malumori atavici dell'estrema destra boera.
Le proposte fatte all'apertura del parlamento hanno evitato tuttavia ogni importante concessione ai due pilastri dell'apartheid: l'Atto di registrazione etnica della popolazione e l'Atto che divide le aree di residenza secondo le razze (Group Areas). Grande attenzione è stata prestata alla decisione di riportare l'ANC alla legalità. Alcuni hanno manifestato stupore. Ma per quanti hanno partecipato negli ultimi tempi ad un raduno di massa, a una marcia, a un funerale o ad una dimostrazione—e molti diplomatici delle ambasciate accreditate a Pretoria lo fanno — sorprendersi sarebbe stata cosa da ingenui. È stato infatti l'ANC stesso ad uscire dalla clandestinità. Le sue bandiere e magliette da anni adornano tutte le manifestazioni popolari di massa. Da tempo la folla ha imparato un lungo repertorio di canti che esaltano la leadership dell'ANC e del suo braccio armato, Wmkhonto we Sizwe. de Klerk ha semplicemente adeguato la legge alla pratica corrente.
Tale proposta consente inoltre al presi dente un più ampio spazio di manovra e vanifica al contempo una nuova, intensa campagna che si sta diffondendo tra le chiese e il Movimento Democratico di Massa (MDM). Non è difficile prevedere che una pronta scarcerazione di tutti i prigionieri politici scatenerà sul governo de Klerk un forte e pericoloso contraccolpo da parte dei boeri estremisti. Le modalità della scarcerazione le varie categorie dei detenuti da liberare saranno oggetto di valuta estera disponibile (si parla che la divisa a disposizione sia sufficiente solo a coprire le importazioni di poche settimane) hanno costretto il pragmatico de Klerk a porre l'opinione internazionale al di sopra dei malumori atavici dell'estrema destra boera.
Le proposte fatte all'apertura del parlamento hanno evitato tuttavia ogni importante concessione ai due pilastri dell'apartheid: l'Atto di registrazione etnica della popolazione e l'Atto che divide le aree di residenza secondo le razze (Group Areas). Grande attenzione è stata prestata alla decisione di riportare l'ANC alla legalità. Alcuni hanno manifestato stupore. Ma per quanti hanno partecipato negli ultimi tempi ad un raduno di massa, a una marcia, a un funerale o ad una dimostrazione—e molti diplomatici delle ambasciate accreditate a Pretoria lo fanno — sorprendersi sarebbe stata cosa da ingenui. È stato infatti l'ANC stesso ad uscire dalla clandestinità. Le sue bandiere e magliette da anni adornano tutte le manifestazioni popolari di massa. Da tempo la folla ha imparato un lungo repertorio di canti che esaltano la leadership dell'ANC e del suo braccio armato, Wmkhonto we Sizwe. de Klerk ha semplicemente adeguato la legge alla pratica corrente.
I NEGOZIATI
Dopo anni di tentativi da parte di Pretoria di spaccare l'ANC e isolare il Partito Comunista Sudafricano (SACP), la vera sorpresa del discorso del 2 febbraio è stata la riabilitazione del SACP. Una interpretazione possibile è che lo stesso Mandela e i leader dell'ANC abbiano insistito su questa condizione. D'altra parte il SACP, nelle sue ultime pubblicazioni, ha mostrato di volersi impegnare verso una forma democratica di socialismo ed è stato molto critico del passato dei partiti comunisti dell'Europa orientale.
Ora che Mandela è libero si pone il problema dei prigionieri politici. Al momento le galere sudafricane ospitano circa 300 detenuti per motivi di «sicurezza»; altre 3000 e più persone sono in carcere per aver partecipato a «disordini». In arrivo ci sono inoltre un centinaio di processi politici. La proposta di cancellare la pena capitale, eccezion fatta per i casi più estremi, assume dunque una particolare importanza nei confronti dei membri dell'ANC che stanno attendendo l'impiccagione nel braccio della morte. Tale proposta consente inoltre al presidente un più ampio spazio di manovra e vanifica al contempo una nuova, intensa campagna che si sta
diffondendo tra le chiese e il Movimento Democratico di Massa (MDM). Non è difficile prevedere che una pronta scarcerazione di tutti i prigionieri politici scatenerà sul governo de Klerk un forte e pericoloso contraccolpo da parte dei boeri estremisti. Le modalità della scarcerazione le varie categorie dei detenuti da liberare saranno oggetto di complesse trattative. Ora che Mandela è libero i negoziati cominceranno molto probabilmente nella seconda metà del 1990. Il problema dell'incolumità fisica del capo dell'ANC causa preoccupazioni e può fornire al governo la possibilità indiretta di tenerlo sotto sorveglianza. La cosa può rivelarsi molto grave a causa della forte infìltrazione di elementi dell'estrema destra nella polizia e nei servizi segreti.
RICONCILIAZIONE NAZIONALE
II primo ministro inglese, la signora Thatcher, ha già attribuito, giustamente, gli attuali progressi della politica sudafricana alla posizione unica assunta dall'Inghilterra su1 tema delle sanzioni. E molto probabile che la signora di ferro voglia giocare il suo ruolo anche nei negoziati. E un ruolo ci sarebbe: portare de Klerk al tavolo delle trattative e farcelo rimanere fino alla fine. Poi ritirarsi in buon ordine. Lady Thatcher sembra invece orientata verso una formula che prevede la partecipazione di Nelson Mandela a un governo di transizione, un governo di «riconciliazione nazionale», alla cui presidenza siederebbe de Klerk. Questa formula di condivisione del potere offre il vantaggio, secondo gli inglesi, di poter inserire nel governo anche il capo degli zulù, Gatsha Buthelezi, e trovare così una soluzione, almeno temporanea, al problema del Natal.
La fattibilità di un simile scenario politico dipende dalla sua accettazione o meno da parte della popolazione delle township nere che ha portato il peso della lotta nell'ultimo decennio. E anche se la popolazione africana l'accettasse, è ancora da dimostrare che de Klerk sia in grado di coagulare il necessario sostegno
II primo ministro inglese, la signora Thatcher, ha già attribuito, giustamente, gli attuali progressi della politica sudafricana alla posizione unica assunta dall'Inghilterra su1 tema delle sanzioni. E molto probabile che la signora di ferro voglia giocare il suo ruolo anche nei negoziati. E un ruolo ci sarebbe: portare de Klerk al tavolo delle trattative e farcelo rimanere fino alla fine. Poi ritirarsi in buon ordine. Lady Thatcher sembra invece orientata verso una formula che prevede la partecipazione di Nelson Mandela a un governo di transizione, un governo di «riconciliazione nazionale», alla cui presidenza siederebbe de Klerk. Questa formula di condivisione del potere offre il vantaggio, secondo gli inglesi, di poter inserire nel governo anche il capo degli zulù, Gatsha Buthelezi, e trovare così una soluzione, almeno temporanea, al problema del Natal.
La fattibilità di un simile scenario politico dipende dalla sua accettazione o meno da parte della popolazione delle township nere che ha portato il peso della lotta nell'ultimo decennio. E anche se la popolazione africana l'accettasse, è ancora da dimostrare che de Klerk sia in grado di coagulare il necessario sostegno
elettorale del blocco di potere bianco per muoversi in questa direzione. Il Partito Conservatore infatti sta in agguato con le fauci spalancate.
I passi a venire dell'evoluzione politica sudafricana sono aperti a tutte le direzioni. Sia il Partito Nazionalista che l'ANC infatti non dispongono ancora di programmi precisi e concreti su cui procedere, Entrambi si muovono in territorio sconosciuto sulle ali del momentum storico che stanno vivendo. Un grosso pericolo per l'ANC viene ora dalla possibilità che la comunità internazionale, soddisfatta della situazione attuale, allenti la pressione proprio quando essa è più che mai necessaria. Un secondo pericolo è che il precario sostegno fornito dai giovani delle township venga meno con l'inizio dei negoziati. Il Movimento Panafricanista (PAM) attende nell'ombra per muovere, con la sua antica ostilità verso l'ANC una critica radicale alle trattative. E per questo che il Movimento Democratico di Massa (MDM) sta rapidamente costituendo in tutta la nazione una infrastruttura organizzativa
usufruendo del momento di respiro concessi dall’attuale situazione politica.
Soltanto attraverso questa rete di organizzazioni locali sarà possibile educare la costituente giovanile dell'ANC motivarne le tattiche e ottenere il mandato popolare necessario per sostenere le prossime scelte politiche Solo l'organizzazione consentirà di esercitare una cessione efficace sul governo e fornirà i canali di comunicazione con le township.
È scontato che il governo di Pretoria può tornare sui suoi passi ad ogni momento. Poiché la televisione non è stata ancora autorizzata a coprire manifestazioni e dimostra ioni di massa, le forze di sicurezza tossono scagliarsi con tutta la loro potenza contro i civili sicure di non avere puntati addosso gli occhi del pubblico internazionale. Mentre i leader dell'opposizione vivono un momento di relativa immunità, la gente comune soffre ancora degli effetti dell'apartheid, continua ad essere cacciata dalla propria terra, imprigionata, torturata e uccisa. E sufficiente solo un gesto, una parola e l'apparato repressivo ritornerà al centro della scena politica. Mentre è permesso essere membro dell'ANC gran parte delle normali espressioni politiche rimangono il legali o richiedono permessi speciali delle autorità locali o nazionali. Tuttavia a de Klerk, anche se con un certo rancore, viene data dall'MDM una fiducia che non è stata concessa finora ad alcun capo di stato bianco dalla fondazione del National Party nel 1948. La stessa fiducia e rispetto il National Party la ripone in Nelson Mandela. I bianchi al potere, privi di una soluzione che garantisca il futuro della nazione, guardano a Mandela come al «salvatore» che, contro ogni aspettativa, può guidarli fuori della prigionia. È per uno strano gioco del destino che il carceriere guarda ora al prigioniero come al suo liberatore.