5° sec.: arrivo di popolazioni indonesiane; le isole rimangono isolate rispetto al continente fino al sec. 12°, quando arrivano i commercianti musulmani da Kilwa e costruiscono porti. 1527: il cartografo portoghese Diego Ribero traccia le isole Comore per la prima volta su una carta geografica europea. 16° sec.: i ripetuti attacchi dei portoghesi distruggono la prosperità delle Comore. 17° sec.: il sultano di Oman espelle i portoghesi e le isole entrano nella sfera di influenza di Zanzibar; la tratta schiavista incrementa la popolazione di origine bantu. 19° sec.: dopo la separazione di Zanzibar dal sultanato di Oman, crescono le pressioni europee.
1843: la Francia occupa l’isola di Mayotte; la dominazione coloniale si estende a tutto l’arcipelago, per la sua posizione strategica nelle rotte dell’epoca e per l’attrazione suscitata in Europa dalle spezie. 1886: le Comore diventano un protettorato francese. 1912: le Comore diventano una colonia francese, amministrata dal Madagascar. 1942: le forze britanniche invadono le Comore e il Madagascar, rovesciando l’amministrazione pro-Vichy e restituendo i territori al governo di Charles de Gaulle. 1947: le Comore diventano territorio francese d’oltremare, con una rappresentanza nel parlamento di Parigi.
1961: accordata l’autonomia; la politica è dominata dall’élite discendente dalle famiglie legate all’antico sultanato, decisamente filo-francesi. 1962: nasce Movimento di liberazione nazionale comorano (Molinaco) tra gli espatriati in Tanzania, che promuovono la causa indipendentista all’estero, in particolare presso l’Organizzazione dell’unità africana (Oua). 1967: il Molinaco comincia a estendere la propria influenza sulle isole, in maniera per lo più clandestina. 1968: nasce il Partito socialista delle Comore (Psc), supportato da studenti e giovani.
1974, 2 dicembre: al referendum sull’autodeterminazione o meno dell’arcipelago, 154.182 voti sono per l’indipendenza, 8.854 sono contrari, per lo più nell’isola di Mayotte, dove la Francia ha un’importante base aeronavale e dove una decina di famiglie di meticci cattolici, di estrazione francese, controllano l’economia e politicamente fanno parte del Movimento popolare Mahorais, guidato da Marcel Henry, deciso a rimanere con la Francia.
1975, luglio: dichiarazione unilaterale dell’indipendenza, con Ahmed Abdallah come presidente, prima che la Francia ratifichi i risultati del referendum; il Movimento popolare Mahorais annuncia che Mayotte continuerà a essere francese; agosto: una coalizione di sei partiti (Fronte nazionale unito) rovescia il governo di Abdallah, con l’aiuto del mercenario francese Bob Denard; Abdallah è rimpiazzato da Prince Said Mohammed Jaffar. 1976: Jaffar è sostituito da Ali Soilih, che cerca di trasformare il paese in una repubblica socialista.
1978, maggio: dall’esilio, Abdallah finanzia un contingente di mercenari, guidato da Denard, che uccide Soilih; Abdallah riprende il potere; la presenza del mercenario Denard (già processato nel 1977 per atti contro il governo del Benin) provoca una forte reazione internazionale. 1989, novembre: Denard, con 30 mercenari francesi e belgi, attua un colpo di stato; Abdallah è assassinato dalla guardia presidenziale, sotto il comanda di Denard; la Francia interviene; 27 novembre: Said Mohamed Djohar, fratellastro di Ali Soilih, diventa presidente ad interim; dicembre: Denard e i mercenari abbandonano le isole e se ne vanno in Sudafrica.
1990, marzo: appoggiato da giovani politici esiliati da Abdallah, Djohar riesce a farsi eleggere presidente, ma le elezioni sono contestate dai sostenitori di Mohamed Taki Abdulkarim, suo oppositore. 1991: la corte suprema decreta la destituzione di Djohar, accusandolo di «gravi negligenze»; fine anno: fallito il tentativo di destituire il capo di stato, i partiti stringono un patto di riconciliazione nazionale. 1992, gennaio: nuovo governo, guidato da Mohamed Abdulkarim Taki, ma è subito destituito da Djohar. 1993, ottobre: il primo ministro Caabi El-Yachourtu Mohamed si autoproclama presidente ad interim.
1995: Djohar è rimosso da un colpo di stato, guidato dal solito Denard; intervengono le truppe francesi e Denard si arrende. 1996, gennaio: Djohar recupera la presidenza “simbolica”; marzo: alle elezioni generali Mohamed Abdulkarim Taki è eletto presidente e vara una nuova costituzione che estende i suoi poteri e stabilisce l’islam come base della legislazione nazionale (il diritto è sottoposto a un consiglio degli ulema); ripristinata la pena di morte. 1997, agosto: le isole di Anjouan e di Mohéli si dichiarano indipendenti; settembre: truppe dall’isola Grande Comore intervengono per impedire la secessione, ma sono scacciate.
1998: Taki muore (apparentemente di infarto) ed è sostituito da Tadjidine Ben Said Massounde come presidente ad interim, in attesa delle elezioni. 1999, aprile: Massounde propone alle isole ribelli un accordo che concede maggiore autonomia, un governo ad interim e una presidenza a rotazione; i delegati delle due isole rispondono che devono interpellare i cittadini; violente dimostrazioni nella Grande Comore contro i cittadini originari di Anjouan; Massounde è defenestrato da un golpe orchestrato dal capo di stato maggiore, col. Azali Assoumani.
2001, marzo: Assoumani promette il ritorno a un governo civile nel 2002 e dice che non si ricandiderà; agosto: il col. Mohamed Bacar prende il controllo di Anjouan, con l’intenzione di riunirsi alle Comore; settembre: un colpo di stato orchestrato dal magg. Combo Ayouba dura lo spazio di un giorno ed è subito sventato da Bacar, che è capo di un governo militare dal mese di agosto; novembre: un altro golpe (fallito) in Anjouan da parte del col. Said Abeid, che è contrario alla volontà di Bacar di tornare con le Comore; dicembre: un referendum approva la nuova costituzione, che mantiene la struttura federale delle tre isole (con maggior autonomia) e istituisce la presidenza a rotazione.
2002, aprile: il col. Mohamed Bacar è eletto leader di Anjouan; Mohamed Said Fazul è leader di Moheli; Azali Assoumani è nominato presidente delle Comore Riunite: maggio: Abdou Soule Elbak è presidente della Grande Comore, che è anche sede di Assoumani, presidente delle Comore Riunite. 2003, febbraio: le forze di sicurezza dichiarano di aver sventato un golpe contro Assoumani; dicembre: i leader delle isole semi-autonome raggiungono un accordo sulla condivisione dei potere, aprendo la via alle elezioni.
2004, marzo-aprile: elezioni per le assemblee delle singole isole; il tratto unificante dei tre partiti vincitori nelle rispettive isole è l’opposizione all’idea di Assoumani come presidente della federazione; aprile: alle elezioni per l’assemblee (parlamenti) dell’Unione, i sostenitori del presidente federale Assoumani, vincono solo 12 dei 55 seggi nei tre parlamenti; seguono le elezioni per l’assemblea dell’unione; giugno-luglio: inaugurazione dell’assemblea nazionale; il presidente Assoumani nomina i membri del primo governo federale.
2005, gennaio: Assoumani è il primo leader comorano a visitare Parigi in 30 anni; in aprile e novembre, il vulcano Karthala, il più grande in attività al mondo, minaccia di eruttare e costringe migliaia di persona a fuggire dalle loro case. 2006, maggio: l’autorità religiosa islamica Ahmed Abdallah Mohamed Sambi, originario di Anjouan, vince le elezioni presidenziali federali.
2007, maggio: l’Unione africana (Ua) invia truppe di pace per mantenere l’ordine in vista delle elezioni di giugno in Anjouan; Mohamed Bacar ha dichiarato che non intende dimettersi; giugno: gli abitanti di Anjouan vanno alle urne, sfidando il governo federale e l’Ua; Bacar presta giuramento come presidente di Anjouan; ottobre: l’Ua impone sanzioni in fatto di spostamenti contro Bacar e altri membri del governo dell’isola, congela i loro conti all’estero, e chiede nuove elezioni; novembre: blocco navale dell’Ua attorno all’isola di Anjouan.
2008, marzo: truppe comorane e dell’Ua sbarcano in Anjouan e la riconquistano; la Francia accetta di prendere il deposto Bacar sotto la sua custodia. 2009, marzo: l’isola di Mayotte vota la piena integrazione con la Francia; il governo federale, che reclama diritti sull’isola, considera il voto nullo; maggio: un referendum approva l’estensione del mandato presidenziale; l’opposizione e molti abitanti dell’isola di Mohéli si dicono contrari; giugno: 153 persone muoiono in un incidente aereo al largo della Grande Comore; dicembre: il partito del presidente Sambi stravince le elezioni parlamentari federali.
2010, aprile: soldati libici sono assunti come “istruttori” della guardia presidenziale; maggio: termina il mandato di Sambi, ma non c’è accordo sulla data delle elezioni; giugno: accordo fra i leder politici sull’agenda per elezioni presidenziali; dicembre: Ikililou Dhoinine vince le elezioni presidenziali. 2011, maggio: Dhoinine presta giuramento come presidente.
2013, aprile: numerose persone imprigionate, accusate di complotto contro il governo; giugno: le Comore annunciano la propria presenza all’esposizione mondiale Expo Milano; novembre: le abitanti delle Comore risultano al primo posto in materia dei diritti delle donne in una classifica stilata dalla Thomson Reuters Foundation riguardanti 21 stati della Lega Araba.
2015, febbraio: elezioni parlamentari.
2016, aprile: Azali Assoumani è in testa alle elezioni presidenziale, davanti all’ex presidente Mohamed Ali Soilihi; in alcune zone lo scrutinio è dichiarato nulla per “violenze e irregolarità”; maggio: dopo la ripetizione del voto in alcune zone, Assoumani è dichiarato eletto.
2017, 20 agosto: le Comore diventano il 16° stato membro della Comunità di sviluppo dell'Africa Meridionale.
(Aggiornato al 18 marzo 2018)