Diciassette nazionali africane obbligate a giocare all’estero
Marocco Sport
Qualificazioni mondiali di calcio 2026
Diciassette squadre africane costrette a giocare all’estero le partite “casalinghe”
La ragione è che quei paesi, tra cui il Kenya tra gli organizzatori della CAF 2027, non hanno stadi a norma. Il Marocco si è offerto a mettere a disposizione le sue strutture
05 Giugno 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Gli appassionati di calcio di quasi la metà dei paesi africani rischiano di non vedere le loro squadre nazionali giocare nei propri stadi nel prossimo turno di qualificazione alla Coppa del Mondo FIFA.

La ragione? Quasi la metà dei paesi partecipanti non ha stadi omologati. Ciò fa seguito alla decisione della Confederazione del calcio africano, la CAF, di impedire di ospitare partite internazionali ai paesi che non soddisfano i criteri e gli standard imposti dall’organo federale mondiale.

17 paesi

Così ai 17 dei 43 paesi che hanno in programma in questi giorni una partita casalinga per la qualificazione ai Mondiali del 2026 è vietato utilizzare i propri stadi perché, appunto, non a norma.

Tra le nazionali costrette a giocare in campi neutri figurano importanti realtà come il Kenya, uno dei paesi che ospiterà la Coppa d’Africa 2027, il Benin, la Namibia, il Congo e il Madagascar.

Marocco si offre

Il Marocco ha preso la palla al balzo, lanciando una proposta: mettere a disposizione le sue efficienti strutture alle nazionali dei paesi bloccati dalla Confederazione africana, in modo da disputare nel paese nordafricano molte degli incontri previsti.

Una proposta che ha pure una sfumatura politica: Rabat potrebbe stringere legami politici ancora più solidi con molti dei paesi africani coinvolti.

Gli investimenti cinesi

La spinta a migliorare le strutture sportive in Africa ha visto negli ultimi anni i paesi rivolgersi alla Cina. Pechino, infatti, ha partecipato alla costruzione degli stadi utilizzati per le passate edizioni della Coppa d’Africa (AFCON), tra cui quelli della Costa d’Avorio nel 2024, del Gabon nel 2017 e della Guinea Equatoriale nel 2015.

In particolare, l’ultima Coppa, vinta dalla Costa d’Avorio paese organizzatore, è stata un successo politico per il presidente Ouattara. Con spese milionarie, però, per la costruzione dei templi del calcio.

Il nuovo stadio di San Pedro da 20mila posti è costato 41 miliardi di franchi cfa (circa 62 milioni e mezzo di euro). Quello di Korhogo, 77 milioni di euro. Lo stadio Alassane Ouattara –  situato nel quartiere di Ebimpé nella parte settentrionale di Abidjan –è  il più grande del paese: ospita 60mila posti. Sono stati spesi più di 60 miliardi di franchi cfa (oltre 91 milioni di euro).

E sono solo alcuni delle infrastrutture costruite da consorzi cinesi. Anche se non solo.

Lo stadio kenyano

Attualmente Pechino, oltre a rimettere in sesto la strutture esistenti, sta portando avanti i lavori del nuovo stadio a Nairobi, in Kenya, per la manifestazione continentale del 2027.

Ma il nuovo stadio rappresenta il futuro. Al momento gli haramber stars giocheranno le loro qualificazioni mondiali lontani dai propri confini.

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