Africa: attacchi informatici in aumento - Nigrizia
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I paesi più colpiti sono Etiopia, Zimbabwe e Angola
Africa: attacchi informatici in aumento
Secondo una ricerca, i costi di queste incursioni valgono il 10% del Pil dei paesi della regione
24 Luglio 2024
Articolo di Redazione
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Immagine dell' Ecole polytechnique

In Africa gli attacchi informatici rappresentano un problema sempre più pressante. Le istituzioni del continente, a partire dall’Unione Africana, stanno pensando alle contromisure e si stanno dotando di normative e strumenti per arginare il fenomeno, ma gli sforzi compiuti finora non sembrano essere sufficienti. Lo certificano a esempio i dati della sezione ricerca di Check Point, una società israeliana-statunitense specializzata nella produzione di prodotti relativi alla cyber sicurezza.

Stando alle cifre fornite da questa compagnia, fra le più note del settore, nel secondo trimestre del 2024 l’Africa è il continente dove si è registrato la più alta media di attacchi informatici settimanali, con 2960 episodi per il lasso di tempo preso in esame. Questo dato rappresenta un peggioramento del 37% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sui 112 paesi analizzati da Check Point, i più colpiti in Africa sono stati l’Etiopia e lo Zimbabwe, seguiti poi dall’Angola e il Kenya. Il Sudafrica è al 61esimo posto mentre rispetto al campione coperto da Checkpoint l’Egitto si piazza ultimo – quindi primo, in termini qualitativi – al 112esimo posto.

Il malware che più spesso ha colpito in Africa è Phorpiex, un programma che “infetta” milioni di computer tramite mail con dei sistemi che richiedono un pagamento in denaro per poter sbloccare i dispositivi colpiti. I paesi dove Phorpiex arreca i danni maggiori sono appunto Zimbabwe ma anche Mozambico e Nigeria e Fra gli altri virus che con frequenza raggiungono i computer degli utenti africani si annoverano anche Allcome Clipper, un malware che agisce sulle transazioni di criptovalute ed Expiro, un virus che serve per rubare informazioni di utenti e sistemi.

Incremento globale

Le tendenze che si registrano in Africa si collocano in un contesto globale in cui, sempre secondo Check Point, gli attacchi informatici sono aumentati del 30% rispetto al 2023. La media mondiale è di 1.636 attacchi a settimana, quindi quasi la metà di quella osservata in Africa. La regione dove si è visto l’incremento maggiore è l’America Latina, dove la crescita di cyber attacchi è stata del 57%.

Le incursioni nei sistemi informatici sono commesse da attori di diversa natura e anche le motivazioni di queste aggressioni sono più d’una. Si va dal furto di informazioni o di denaro fino ai veri e propri attentati, realizzati per ragioni riconducibili alla sfera geopolitica. I settori più colpiti, a livello globale, sono l’istruzione e la ricerca al primo posto, seguiti poi dal comparto militare e dagli uffici governativi e dal settore sanitario.

Un passo indietro e uno in avanti 

Un’analisi più dettagliata del contesto africano in materia di cyber sicurezza mostra alcune dinamiche di evoluzione e altri dati allarmanti. Partendo da questi ultimi, secondo un’analisi apparsa sul sito della società russa specializzata nella ricerca sul tema Positive Technologies, la mancanza di strumenti all’avanguardia per contrastare gli attacchi informatici costa ai paesi africani il 10% del loro Prodotto interno lordo ogni anno. Solo nel 2023 si sono verificati diverse incursioni dall’impatto pesante. A maggio 2023 un attacco hacker ha colpito il dipartimento di giustizia sudafricana causando un danno da diversi milioni di rand, mentre sempre l’anno scorso lo stesso ente è stato multato per cinque milioni in valuta locale, circa 251mila euro, per non essere riuscito a impedire un precedente attacco che era avvenuto nel 2021. 

Come accennato, si sono verificati anche dei progressi però. A febbraio l’Unione Africana si è dotata di una “Posizione africana comune sull’applicazione del diritto internazionale all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel cyberspazio”, un passaggio ulteriore rispetto alla Strategia per la trasformazione digitale dell’Africa adottata nel 2020. Nel 2022 invece, è stata firmata a Lomè una dichiarazione per la cyber sicurezza e la lotta ai crimini informatici, firmata da rappresentati dei governi della regione e realizzata in collaborazione con la Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA). 

Anche sul piano istituzionale però, le note dolenti non mancano. Su tutti, causa perplessità la lentezza con cui gli stati membri dell’UA stanno ratificando la Convenzione di Malabo, principale documento prodotto dall’organismo regionale sul tema, adottato nel 2014 ed entrato in vigore solo nel 2023. A oggi, su 54 paesi solo 15 hanno firmato il testo. 

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