Africa in movimento: conflitti e clima spingono nuovi esodi - Nigrizia
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Previsti altri 3,1 milioni di sfollati nel continente entro il 2026
Africa in movimento: conflitti e clima spingono nuovi esodi
20 Marzo 2025
Articolo di Redazione
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Credit: Julie Ricard/Unsplash

L’Africa si prepara a un nuovo incremento delle persone costrette alla fuga. Secondo il Global Displacement Forecast Report 2025 del Danish Refugee Council, entro il 2026 si stima che altri 3,1 milioni di individui in Africa subsahariana saranno costretti a lasciare le proprie case, principalmente a causa di conflitti armati e degli effetti devastanti del cambiamento climatico. Un dato che aggrava un quadro già critico: oggi, oltre 40 milioni di africani vivono in condizioni di sfollamento forzato.

Globalmente, 27 paesi, di cui molti africani e quasi l’intero Sahel, con Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Mali, Niger e Nigeria, sono interessati da circa il 93% degli sfollamenti e spostamenti forzati totali. Si prevede che nel solo Burkina Faso ci saranno oltre 200mila sfollati in più entro la fine del 2026, e tendenze simili si stanno verificando anche nei paesi limitrofi.

Sudan e Rd Congo: l’epicentro della crisi

Tra i paesi più colpiti spiccano il Sudan e la Repubblica democratica del Congo. In Sudan, il conflitto tra esercito regolare e Forze di supporto rapido (RSF) ha già causato la più grande crisi di sfollamento al mondo, con 8,8 milioni di persone costrette a fuggire all’interno del paese e altre 6,7 milioni rifugiate oltre confine. Il report prevede che entro il 2026 il numero degli sfollati sudanesi crescerà di altri 2,1 milioni, spinto da violenze crescenti e dall’uso della fame come arma di guerra.

La situazione nella RDC non è meno drammatica: con 6,7 milioni di sfollati interni e un aumento degli attacchi dei gruppi armati, la crisi sta raggiungendo livelli allarmanti. Solo nei primi mesi del 2025, si contano oltre 500mila nuovi sfollati a causa delle offensive del gruppo M23, che ha preso il controllo di Goma e Bukavu, le principali città del Kivu.

Crisi climatica e migrazioni forzate

Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di crisi. Le sempre più frequenti siccità e inondazioni stanno colpendo duramente paesi come Somalia, Niger e Mozambico, aumentando l’insicurezza alimentare e forzando migliaia di persone a migrare. Oltre il 57% degli sfollati africani vive in aree ad alto rischio di alluvioni, mentre il 45% si trova in zone colpite da siccità estrema. Il rapporto sottolinea che l’adattamento climatico e la resilienza delle comunità sono fondamentali per prevenire ulteriori spostamenti di massa.

Finanziamenti in calo, bisogni in crescita

A fronte di una crescente emergenza, gli aiuti umanitari sono in calo. Il report evidenzia che nel 2024 solo il 47% dei fondi richiesti per le risposte umanitarie è stato garantito, con tagli significativi da parte di donatori chiave come gli Stati Uniti. Il rischio è che milioni di sfollati in Africa non ricevano assistenza adeguata, aggravando le loro condizioni di vulnerabilità. (AB)

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