
La Cina sta espandendo la sua influenza in Africa anche attraverso lo sviluppo di programmi spaziali. Lo scopo è migliorare la sua rete di sorveglianza globale e diventare la potenza spaziale dominante al mondo, fa sapere Reuters, che all’espansione del programma spaziale cinese nel continente ha dedicato una dettagliata inchiesta.
Attualmente, secondo il think tank United States Institute of Peace, Pechino ha all’attivo partnership di questo tipo con 23 Paesi africani – tra cui Egitto, Etiopia, Namibia e Nigeria – cui fornisce direttamente o tramite finanziamenti satelliti, telescopi di monitoraggio spaziale e stazioni terrestri destinate alla raccolta di immagini e dati.
Con Egitto, Sudafrica e Senegal, inoltre, ha avviato l’anno scorso una collaborazione per realizzare una futura base lunare, un progetto che rivaleggia con quello degli Stati Uniti.
Il piano di sviluppo satellitare, così come l’esplorazione lunare e dello spazio profondo, ha affermato il presidente Xi Jinping lo scorso settembre durante un summit con decine di leader africani, è tra le priorità per i 50 miliardi di dollari in prestiti e investimenti cinesi destinati all’Africa nei prossimi tre anni.
Il vantaggio, per Pechino, fa notare Reuters, è dato dalla possibilità di accedere ai dati e alle immagini raccolti, espandendo rapidamente la sua rete di sorveglianza globale e mantenendo al contempo una presenza a lungo termine nelle strutture che costruisce in Africa.
Le stazioni terrestri cinesi all’estero, come quelle costruite in Etiopia e in Namibia, possono essere inoltre utilizzate per coordinare operazioni militari, tracciare lanci di missili e monitorare le risorse spaziali di altre nazioni.
Uno dei Paesi in cui la Cina ha fatto i più grandi investimenti in questo senso è l’Egitto, dove ha sede il primo laboratorio satellitare realizzato nel continente. Operativo dal 2023, è parte di una serie di tecnologie spaziali che Pechino ha donato al Cairo negli ultimi due anni.
“I trasferimenti che sono stati resi pubblici – scrive Reuters – includono un nuovo centro di monitoraggio spaziale, che comprende due dei telescopi più potenti al mondo, più due satelliti di osservazione della Terra lanciati nel 2023, uno assemblato in Egitto e un altro prodotto esclusivamente in Cina. Inoltre, la Cina quell’anno ha lanciato un terzo satellite, in grado di effettuare una sorveglianza di livello militare”.
L’impianto satellitare è il cuore di Space City, un complesso in costruzione a circa 30 chilometri a est del Cairo, vicino alla nuova capitale amministrativa voluta dal presidente al-Sisi.
L’Egitto è anche uno dei partner tecnici – insieme al Barhain – della missione spaziale cinese Chang’e-7, che si propone di inviare un robot dotato di telecamera iperspettrale al polo sud della luna l’anno prossimo, alla ricerca di acqua ghiacciata.
Chang’e-7 è uno dei cinque progetti spaziali lanciati dall’Egitto tra il 2023 e il 2024.