Algeria: Boualem Sansal condannato a 5 anni di prigione - Nigrizia
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Lo scrittore è accusato di terrorismo per aver rilasciato alcune dichiarazioni pro-Marocco
Algeria: Boualem Sansal condannato a 5 anni di prigione
In carcere da novembre, l'autore franco-algerino ha 80 anni ed è in precarie condizioni di salute, l'opinione pubblica internazionale si era mobilitata per liberarlo
27 Marzo 2025
Articolo di Nadia Addezio
Tempo di lettura 4 minuti
Boualem Sansal. Foto da Wikimedia Commons

In Algeria, questa mattina è arrivato il verdetto più atteso degli ultimi mesi. Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal è stato condannato in primo grado a cinque anni di prigione dal tribunale penitenziario di Dar El-Beïda. In più, dovrà pagare una multa pari a 500mila dinari algerini (3.470 euro).

Boualem Sansal, 80 anni, è in carcere dal 16 novembre, giorno in cui si trovava all’aeroporto di Algeri e dove è stato messo sotto mandato d’arresto dal tribunale di Dar El-Beïda. Il 26 novembre era stato accusato di terrorismo dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni ritenute pro-Marocco ai media francesi.

L’autore è stato condannato ai sensi dell’articolo 87bis del Codice penale, articolo copiosamente impugnato dalle autorità algerine per silenziare le voci dissidenti e che considera come terroristico “qualsiasi atto volto alla sicurezza dello Stato, all’unità nazionale, alla stabilità e al normale funzionamento delle istituzioni […]”.

Senza sentire ragioni 

Il 27 novembre, lo scrittore aveva fatto ricorso contro la sua detenzione presso l’unità penitenziaria dell’Ospedale Mustapha-Pacha di Algeri.

Sansal, ex funzionario del ministero dell’Industria algerino, infatti, gode di condizioni di salute molto precarie. Una situazione che aveva spinto l’opinione pubblica internazionale a mobilitarsi ancor di più per la sua liberazione.

Tuttavia, gli appelli per il suo rilascio non hanno sortito alcun effetto. Al contrario, Boualem Sansal è comparso il 13 marzo innanzi al giudice della quarta camera del tribunale di Dar El-Beïda dove è stato accusato di aver fornito “informazioni sensibili e di intelligence di natura economica e di sicurezza all’ambasciatore francese in Algeria”, Xavier Driencourt.

Il 20 marzo era giunta la richiesta di una condanna a dieci anni di carcere e al pagamento di una multa pari a 1 milione di dinari algerini (quasi 7mila euro).

Infine il verdetto espresso questa mattina che ha visto lo scrittore condannato a cinque anni di carcere.

Il suo avvocato, François Zimeray, ha commentato l’esito della sentenza così: «Una detenzione crudele, un’udienza di 20 minuti, una difesa inesistente e, infine, cinque anni di prigione per uno scrittore innocente: una condanna che tradisce il senso stesso della parola giustizia».

Il legale ha aggiunto: «La sua età e la sua salute rendono ogni giorno di prigionia più disumano. […] Faccio appello al presidente algerino: la giustizia ha fallito, lasciate almeno che l’umanità prevalga».

Possibilità della grazia?

Il quotidiano francese Le Figaro riporta, citando una fonte, che Boualem Sansal potrebbe ricevere una grazia alla fine del mese di Ramadan (il 30 marzo) o il 5 luglio, giornata in cui l’Algeria festeggia l’Indipendenza.

La grazia presidenziale riguarda le condanne definitive e potrebbe raggiungere Sansal se non sarà fatto un ricorso in appello, dal momento che la sua condanna è avvenuta in primo grado di giudizio.

La prigionia dello scrittore fa parte del puzzle sempre più frammentato degli equilibri diplomatici tra Algeri e Parigi. Tutto è cominciato dalle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che aveva riconosciuto nel luglio scorso un piano di autonomia sotto la sovranità marocchina per il Sahara occidentale.

Su questa scìa, Boualem Sansal aveva rilasciato delle dichiarazioni al giornale francese di estrema destra Frontières, del quale è membro del comitato di esperti.

Nello specifico, aveva detto che il Fronte Polisario, il movimento politico per l’indipendenza del Sahara Occidentale, era un’invenzione dell’Algeria per destabilizzare il Marocco, aggiungendo che la parte occidentale dell’Algeria apparteneva in origine al Marocco.

Se il caso Sansal, l’autore fra gli altri di Il treno di Erlingen (2021) e 2084. La fine del mondo (2016), divide l’opinione pubblica algerina, tra chi lo giudica come “falso martire” e chi lo considera un altro detenuto di opinione tra gli oltre 200 che affollano le carceri algerine, altrettanto avviene in Francia.

Oltralpe sono stati gli schieramenti di destra ed estrema destra a chiederne subito il rilascio. L’ultima manifestazione in suo favore si è tenuta il 25 marzo, quando personalità politiche che vanno dal Partito Socialista al Rassemblement National si sono riunite per la liberazione di Sansal.

Assenti molte delle formazioni di sinistra come Europe-Écologie, Les Verts e La France Insoumise, a testimonianza del pensiero fortemente divisivo dello scrittore franco-algerino che si guardi ora da una sponda, ora dall’altra del Mediterraneo.

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