
Il 1° luglio, in Algeria, lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal è stato condannato dalla Corte di appello di Algeri a 5 anni di carcere e al pagamento di 500mila dinari algerini (3.280 euro) per “minaccia all’unità nazionale”. Il verdetto dopo che il 24 giugno la procura del tribunale di Algeri aveva chiesto 10 anni e 1 milione di dinari algerini.
Qualche giorno prima, il 29 giugno, il giornalista sportivo francese Christophe Gleizes è stato condannato in primo grado a 7 anni di prigione dal tribunale penale di Tizi-Ouzou per “apologia di terrorismo”.
«La situazione che sta vivendo Boualem Sansal è una situazione che tutti i francesi e il governo francese trovano giustamente insopportabile. Ora che è stata pronunciata una condanna, possiamo immaginare che verranno adottate misure di clemenza, in particolare per la salute del nostro connazionale», ha dichiarato il primo ministro francese François Bayrou.
A sua volta, il ministro degli Interni francese, Bruno Retailleau, ha detto di non voler «perdere alcuna occasione da qui alla fine della settimana affinché Boualem Sansal venga liberato». La speranza è che il 5 luglio, giorno dell’anniversario dell’indipendenza dell’Algeria, lo scrittore franco-algerino ottenga la grazia presidenziale.
Questa misura discrezionale è tradizionalmente accordata dal presidente della Repubblica algerino in casi specifici, come quelli di detenuti con particolari meriti formativi o che abbiano problemi di salute. Ancora, per ridurre le pene detentive o escludere reati gravi, tra cui quelli di terrorismo o tradimento.
A luglio 2024, per esempio, Abdelmajid Tebboune concesse la grazia a più di 8mila detenuti. Sansal rientrerebbe in pieno in alcuni di questi casi, dato che è accusato di “minaccia all’unità nazionale” ed è malato. Il timore comune, infatti, è che la prolungata detenzione possa ulteriormente aggravare il suo stato di salute. Lo scrittore ottantenne ha trascorso buona parte dei 7 mesi e mezzo di reclusione presso l’unità penitenziaria dell’ospedale Mustapha-Pacha.
Sansal era stato arrestato il 16 novembre all’aeroporto di Algeri per delle dichiarazioni rilasciate al giornale francese di estrema destra Frontières – di cui è membro del comitato degli esperti –. Nello specifico, aveva affermato che i territori orientali del Marocco furono annessi all’Algeria dalla Francia, ai tempi dell’occupazione coloniale. In più, aveva detto che il Fronte Polisario, il movimento di autodeterminazione del popolo sahrawi, era un’invenzione dell’Algeria per destabilizzare il Marocco.
A tal proposito, interrogato davanti alla Corte d’appello il 24 giugno, Sansal aveva risposto: «Non mi occupo solo di politica. Mi esprimo anche sulla storia». E ha aggiunto: «La Francia ha creato i confini, ma fortunatamente dopo l’indipendenza l’Unione Africana ha decretato che questi confini ereditati dalla colonizzazione erano intangibili (principio di diritto internazionale dell’uti possidetis juris, ndr)”.
Il verdetto d’appello ha confermato integralmente la sentenza di primo grado. Sansal ha ora otto giorni di tempo per presentare ricorso alla Corte di cassazione.
Il caso del giornalista francese
Mentre il mondo fremeva per la sentenza sul caso Sansal, il 29 giugno veniva condannato a 7 anni di carcere il giornalista francese Christophe Gleizes. Il tribunale penale di Tizi-Ouzou lo ha accusato di “apologia di terrorismo” e “possesso di pubblicazioni a scopo di propaganda lesiva dell’interesse nazionale”. A darne la notizia è stata l’ong Reporter sans frontières (RSF) che ne ha richiesto l’immediato rilascio.
Gleizes, 36 anni, è un giornalista sportivo freelance che scrive da anni di calcio africano per le riviste francesi So Foot e Society. Era andato in Algeria nel 2024 per riportare la storia della squadra di calcio Jeunesse Sportive de Kabylie (JSK), intervistare l’allenatore del Mouloudia Club d’Alger, Patrice Beaumelle, e tracciare il profilo del calciatore Salah Djebaïli.
I suoi scambi avvenuti negli anni con un funzionario del JSK coinvolto nel Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia (MAK) – organizzazione classificata dal 2021 come “terroristica” – sarebbero stati il motivo del suo arresto, il 28 maggio 2024, dopo esser stato sorvegliato per 13 mesi. L’avvocato del giornalista, Salah Brahimi, ha annunciato di aver presentato ricorso. Il ministero degli Esteri francese ha dichiarato di “rammaricarsi profondamente della pesante condanna”.
Entrambi casi di repressione della libertà di espressione, le detenzioni del giornalista Gleizes e dello scrittore Sansal s’inseriscono nel contesto delle ostilità diplomatiche tra Francia e Algeria che, per il momento, non accennano a trovare una via di risoluzione.