
L’Algeria ha dichiarato il primo aprile di aver abbattuto un drone militare vicino al confine con il Mali. È la prima volta che l’aeronautica algerina ne abbatte uno “straniero” e questo sembra essere un chiaro messaggio ai vari paesi che ne fanno uso vicino al confine.
Ma quello abbattuto ieri si colloca in un contesto di crescenti tensioni tra i due paesi che governano una vasta porzione del Sahara
L’esercito algerino, ha dichiarato in un comunicato, che il drone di ricognizione armato era entrato nello spazio aereo algerino lunedì vicino a Tin Zaouatine, una città di confine e una roccaforte per i separatisti tuareg contrari al governo del Mali. L’esercito di Bamako ha riconosciuto che uno dei suoi droni si è schiantato nella zona, ma non ha confermato se sia stato abbattuto dall’Algeria.
Un video non verificato che circola sui social media mostra immagini di un drone Akinci prodotto da Baykar abbattuto a Tin Zaouatine. Il Mali ne ha acquistati almeno due dalla società turca l’anno scorso e li ha usati contro i separatisti armati e i combattenti legati ad al-Qaida e al gruppo dello Stato islamico.
Rida Lyammouri – un esperto del Sahel presso il Policy Center for the New South con sede in Marocco – ha dichiarato all’Associated Press che l’abbattimento del drone «conferma le gravi tensioni tra i paesi e la mancanza di volontà e la tolleranza zero da parte dell’Algeria nel consentire l’uso del suo spazio aereo e del suo territorio da parte delle forze maliane».
Aumento delle tensioni
L’incidente arriva mentre le tensioni aumentano tra il paese maghrebino e i suoi vicini meridionali, incluso il Mali. L’Algeria una volta fungeva da mediatore chiave durante più di un decennio di conflitto tra il governo del Mali e i ribelli tuareg.
Ma Algeri e Bamako si sono allontanati da quando una giunta militare ha organizzato colpi di stato nel 2020 e nel 2021, mettendo il personale militare a capo delle istituzioni chiave del paese. L’Algeria ha denunciato la direzione presa dal nuovo governo del Mali e i suoi sforzi ampliati per reprimere la ribellione nelle parti storicamente instabili del nord del Mali.
Uso dei mercenari russi
Temendo che il conflitto si estenda oltre il confine, i funzionari algerini hanno denunciato l’uso da parte del Mali di mercenari russi e droni armati vicino a Tin Zaouatine, che è divisa dal confine che separa i due paesi.
Ma i fallimenti nel frenare l’instabilità nel nord del Mali hanno portato alla caduta dei governi precedenti e il primo ministro del Mali Abdoulaye Maiga ha affrontato la questione in un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’anno scorso, promettendo di rispondere rapidamente alla violenza nel nord.
Fine dell’Accordo di Algeri, il punto di svolta
Il punto di svolta, negativo, nelle relazioni tra i due paesi è arrivato il 25 gennaio 2024, quando la giunta militare maliana ha annunciato formalmente la fine dell’Accordo per la pace e la riconciliazione in Mali, noto come Accordo di Algeri, del 2015, firmato nel giugno del 2015 per riportare la pace nel paese saheliano dopo tre anni di combattimenti tra il governo maliano e i ribelli tuareg.
La giunta militare di Bamako aveva giustificato la decisione citando il mancato rispetto dei termini dell’accordo da parte dei gruppi ribelli e accusando l’Algeria, paese mediatore, di «interferire negli affari interni del Mali» e di «ospitare sospetti terroristi».
In realtà, le tensioni erano già in aumento dall’agosto 2023, quando si era verificata un’escalation tra il governo maliano e il Coordinamento dei movimenti dell’Azawad (Cma), coalizione di gruppi armati principalmente tuareg, per il controllo dell’ex base Minusma a Ber.
Il Carter Center, osservatore indipendente dell’attuazione dell’accordo, aveva precedentemente rilevato che il processo si trovava in una situazione di stallo senza precedenti, con meno del 30% delle disposizioni attuate nel 2022. L’accordo, che avrebbe dovuto portare stabilità dopo anni di conflitto, era diventato un guscio vuoto.
L’Algeria ha uno dei più grandi eserciti dell’Africa e si è a lungo considerata una potenza regionale. Ma i leader militari nei vicini Mali e Niger se ne sono allontanati cercando nuove alleanze, anche con la Russia.