
Il mauritano Sidi Ould Tah è stato eletto presidente della Banca africana di sviluppo (AfDB). Lo ha fatto con una vittoria schiacciante, ottenendo il 76,18% dei voti durante le assemblee dell’istituzione tenutesi ad Abidjan il 29 maggio 2025. La sua elezione segna l’inizio di un nuovo capitolo per la principale istituzione finanziaria multilaterale del continente africano.
Una vittoria convincente in tre turni
Tah ha superato nettamente i suoi quattro concorrenti: lo zambiano Samuel Munzele Maimbo (20,26%), il senegalese Amadou Hott (3,55%), il ciadiano Mahamat Abbas Tolli (0,88%) e il sudafricano Swazi Tshabalala (5,9%).
La rapidità del processo elettorale, conclusosi in soli tre turni, contrasta con le elezioni del 2015 quando furono necessari sei turni prima che Adesina si assicurasse la presidenza con il 58,1% dei voti.
Al secondo turno, Tah aveva già accumulato oltre due terzi dei voti degli azionisti africani, dimostrando un consenso trasversale tra i paesi membri dell’istituzione.
Diventa così il nono presidente della AfDB, succedendo al nigeriano Akinwumi Adesina, che ha guidato l’istituzione dal 2015. Tah entrerà ufficialmente in carica il 1° settembre 2025, anche se il processo di transizione inizierà immediatamente.
Il profilo del nuovo presidente
Economista di formazione con un dottorato conseguito presso l’Università di Nizza Sophia Antipolis, Tah porta con sé un’esperienza trentennale nel settore del finanziamento allo sviluppo. Dal 2015 ha guidato la Banca araba per lo sviluppo economico in Africa (BADEA), trasformandola, a suo dire, radicalmente: sotto la sua presidenza, gli impegni annuali sono aumentati da 200 milioni a 2,2 miliardi di dollari, mentre i crediti in sofferenza sono scesi da oltre il 10% a meno dello 0,5%.
Ex ministro degli affari economici e dello sviluppo della Mauritania (2008-2015), il 60enne Tah è stato riconosciuto come “Finanziatore africano dell’anno” dalla rivista Financial Afrik nel dicembre 2024.
La sua candidatura, annunciata solo pochi giorni prima della scadenza di gennaio, ha beneficiato della rete diplomatica mauritana rafforzata dalla presidenza dell’Unione africana di Mohamed Ould Ghazouani nel 2024, oltre al sostegno strategico dell’Arabia Saudita e dei paesi membri della Lega Araba.
Una strategia basata su quattro punti
Il programma di Tah si articola attorno a quattro priorità fondamentali, definite “i quattro punti cardinali“: la riforma dell’architettura finanziaria africana, la trasformazione del dividendo demografico in potenza economica, l’industrializzazione del continente attraverso lo sviluppo delle risorse naturali e la mobilitazione di capitali su larga scala.
Pur riconoscendo i meriti delle “High Five” priorità del suo predecessore (nutrire l’Africa, illuminare e dare energia all’Africa, integrare l’Africa, industrializzare l’Africa e migliorare la qualità della vita degli africani), Tah ha annunciato l’intenzione di rimodellare la strategia decennale 2024-2033 per allinearla alla propria agenda, come già fece Adesina dieci anni fa.
Centrale nella sua visione è il superamento della dipendenza dai finanziamenti occidentali tradizionali. La sua campagna è stata guidata da Frannie Léautier, ex vicepresidente sia della Banca africana di sviluppo che della Banca mondiale, sottolineando l’importanza di un approccio professionale e strategico.
Le sfide ereditate e le opportunità future
Tah eredita un’istituzione finanziariamente solida che ha vissuto una crescita significativa sotto la presidenza di Adesina. Nel 2024 la AfDB ha registrato un utile netto di 310 milioni di euro e ha approvato la cifra record di 10,6 miliardi di euro in nuovi progetti, con esborsi che hanno raggiunto i 6,4 miliardi di euro (+15% rispetto al 2023).
Durante il mandato di Adesina, la banca ha registrato il più grande aumento di capitale della sua storia, passando da 93 miliardi di dollari nel 2015 a 318 miliardi di dollari oggi.
Criticità
Tuttavia, come sottolineato da esperti del settore, «nonostante le dimensioni simili, la Banca africana di sviluppo fa molto meno della Banca interamericana di sviluppo», evidenziando la necessità di utilizzare meglio il bilancio e raccogliere più capitale versato.
Il continente si trova infatti a confrontarsi con la crisi del debito, i cambiamenti climatici e la riduzione degli aiuti internazionali, simboleggiata dal recente annuncio degli Stati Uniti di non contribuire al 17° rifinanziamento del Fondo africano di sviluppo.
La domanda regionale di finanziamenti allo sviluppo supera di oltre dieci volte i 10 miliardi di dollari annui attualmente erogati dalla banca.
Verso una nuova architettura finanziaria
La candidatura di Tah rappresenta una potenziale svolta strategica per la AfDB. La sua esperienza come ponte tra il mondo arabo e l’Africa subsahariana, unita alla sua capacità dimostrata di attrarre capitali alternativi, potrebbe aprire nuove opportunità di finanziamento. I fondi sovrani del Golfo dispongono complessivamente di circa 4mila miliardi di dollari, una cifra che supera di gran lunga la base di capitale della banca africana.
Il nuovo presidente ha inoltre sottolineato l’importanza di coinvolgere le istituzioni finanziarie africane e gli investitori privati del continente, che insieme detengono 4,5 trilioni di dollari tradizionalmente investiti al di fuori dell’Africa.
Con un mandato di cinque anni davanti a sé, Sidi Ould Tah si prepara ad assumere la guida della AfDB in un momento di trasformazione per il finanziamento allo sviluppo africano, portando con sé la promessa di una maggiore indipendenza finanziaria e di una strategia più proattiva sulla scena internazionale.