Il colonnello Faizou Gomina, capo di stato maggiore della guardia nazionale del Benin, ha dichiarato questa settimana che una delle postazioni militari meglio equipaggiate del Benin è stata colpita nel nord del paese: «Abbiamo subito un duro colpo», ha riconosciuto il militare.
Non sembra fermarsi, pertanto, l’avanzata dei gruppi jihadisti miranti a penetrare dai paesi del Sahel – Burkina e Niger – nelle confinanti regioni settentrionali di Benin, Togo e Ghana.
Decine di soldati uccisi
Gli ultimi scontri tra islamisti e forze governative beninesi hanno provocato la morte di almeno 28 soldati del governo. Secondo alcune fonti, nel paese tra il 2021 e il dicembre 2024, sarebbero stati uccisi in attacchi da parte di membri dello Stato Islamico e di gruppi legati ad al-Qaida 121 militari beninesi.
Le autorità di Porto-Novo, che raramente commentano gli attacchi, hanno dichiarato che dal 2021 ad oggi si sono verificate oltre 20 incursioni transfrontaliere da parte dei jihadisti.
La più grave lo scorso giugno, quando 7 soldati beninesi erano stati uccisi in un attacco nel Parco nazionale di Pendjari, situato al confine con Niger e Burkina Faso.
«È chiaro che la minaccia dei gruppi islamisti si sta intensificando, e più peggiora la situazione in Niger e Burkina Faso, più si aggrava anche la situazione in Benin», ha dichiarato una fonte diplomatica all’inizio di questa settimana. Un riferimento piuttosto esplicito all’inazione nel contrasto al terrorismo da parte delle giunte militari golpiste al potere nei due paesi.
Operazione Mirador
Nel gennaio 2022 il Benin aveva schierato circa 3mila truppe per proteggere i suoi confini come parte dell’operazione Mirador. Inoltre il governo aveva provveduto al reclutamento di 5mila forze aggiuntive per rafforzare la sicurezza nel nord.
In novembre gli Stati Uniti hanno inviato veicoli blindati e attrezzature di difesa per un valore di quasi 6 milioni di dollari al governo beninese. Altri veicoli blindati ed elicotteri sono arrivati dalla Francia e dall’Unione Europea, che di recente ha aggiunto all’elenco dei benefici del suo Fondo per la pace (EPF), stanziando un finanziamento di altri 5 milioni di euro per l’esercito.
Si tratta della terza tranche di finanziamenti europei al Benin nel 2024, dopo i precedenti esborsi di 25 milioni di euro a maggio e di 5 milioni di euro a giugno. Un altro pacchetto di aiuti militari pari a 11,75 milioni di euro era stato stanziato nel settembre 2023.
Il ministro della Difesa, Fortunet Alain Nouatin, ha ufficialmente ringraziato per l’assistenza ricevuta definendola «un prezioso supporto per le forze armate nelle nostre missioni di difesa».