
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, la prossima edizione del CHAN (il Campionato delle Nazioni Africane), pronta per essere ospitata congiuntamente da Kenya, Uganda e Tanzania, non sembra essere nata sotto una buona stella.
Nonostante il rinvio al 2025 (il torneo era programmato inizialmente al 2024), pensato per consentire alle selezioni di organizzarsi al meglio, infatti, saranno tante le assenze illustri. 16 delle 54 nazionali africane, infatti, non hanno preso parte alla fase eliminatoria, terminata l’ultimo week-end del 2024.
Non per ragioni sportive, ma dopo scelte volontarie. A fare particolarmente rumore sono state le defezioni di veri e propri colossi calcistici del continente come Egitto, Tunisia, Algeria e Sudafrica, oltre alle rinunce di Gabon, Gambia e Zimbabwe. Eritrea e Somalia, invece, si erano ritirate ancor prima del primo turno di qualificazione.
Campionato minore
La realtà è abbastanza chiara a tutti. Il Campionato delle Nazioni Africane, introdotto dalla CAF (la Confederazione calcistica africana) nel 2009, con l’obiettivo di valorizzare i talenti locali del continente – limitando la partecipazione ai giocatori militanti nei campionati domestici africani – ha perso progressivamente appeal, finendo per essere percepito come un peso.
Nell’era calcistica segnata da calendari sempre più ingolfati, con gli impegni che si moltiplicano di stagione in stagione, il CHAN è stato di fatto declassato a torneo minore, smettendo di essere una priorità per le federazioni africane, specialmente per quelle più blasonate.
«Partecipare al CHAN avrebbe significato l’interruzione del campionato per almeno un mese e quindi posticipato la fine della stagione», ha dichiarato a Le Monde Lyes Ghariani, vicepresidente dell’Espérance di Tunisi, club tunisino tra i più prestigiosi del continente. «Per questo si è deciso di dare priorità alle nostre competizioni nazionali».
Le difficoltà logistiche, unite all’esiguo ritorno finanziario, rendono il CHAN poco appetibile per le selezioni più prestigiose. “L’Ufficio federale ha scelto di non prendere parte a questo torneo e di concentrare risorse e sforzi sulle categorie giovanili, sia maschili che femminili”, ha scritto in maniera lapidaria in una nota ufficiale la FAF, la federazione calcistica algerina, illustrando le motivazioni del forfait.
Scarsa visibilità
La scarsa visibilità intercontinentale dell’evento, poi, fa il resto. Il CHAN, è noto, soffre di una copertura mediatica limitata. Difficilmente le grandi emittenti (per intenderci BeIN Sports) ne acquistano i diritti, con l’ultima edizione andata in onda soltanto sul canale YouTube della CAF, e la promozione dell’evento è spesso insufficiente.
Tutto ciò, naturalmente, riduce il coinvolgimento dei tifosi (molto spesso gli spalti in cui si gioca il torneo sono semivuoti) e scoraggia sponsor e partner commerciali, relegando il CHAN a un ruolo di secondo piano nel panorama calcistico africano.
Il CHAN, tuttavia, continua a riscuotere ancora un certo fascino tra le nazionali più modeste, quelle con un ranking FIFA più basso. Se pensare alla Coppa d’Africa, o addirittura alla Coppa del Mondo, per certe federazioni è ancora utopico, il CHAN, invece, appare come un obiettivo concreto, l’unico veramente alla portata.
Lo ha spiegato molto bene Nicolas Dupuis, tecnico del Sud Sudan con diversi trascorsi di coaching in Africa, in un’intervista concessa ad Alexis Billebault di Le Monde. «Quando sono stato nominato nell’ottobre del 2023, ho detto a tutti che era importante partecipare perché, per un paese come il Sud Sudan, è una vera opportunità partecipare a una competizione internazionale».
Prove generali per la Coppa d’Africa
Per Kenya, Uganda e Tanzania, i paesi ospitanti, invece, sarà una vera e propria palestra. L’occasione per fare le prove generali in vista della Coppa d’Africa 2027, di cui saranno anfitrioni, ma anche un autentico banco di prova sotto lo sguardo vigile e attento della CAF.
Se Uganda e Tanzania, infatti, hanno almeno un impianto omologato agli standard internazionali di FIFA e CAF, il Kenya sta ristrutturando il Moi International Sports Centre di Kasarani (60mila posti) e il Nyayo National Stadium (30mila posti), proprio per ottenere l’agognato imprimatur del governo calcistico africano.
Su questo nelle scorse settimane si era diffusa la voce secondo le quale, se il Kenya non facesse in tempo a mettere gli stadi in regola per la Coppa d’Africa, la CAF potrebbe sostituirlo in extremis con il Rwanda, ma Nicholas Musonye, presidente del comitato organizzativo locale del Kenya, ha allontanato con forza questa ipotesi, promettendo che le scadenze saranno rispettate.
Torneo da rilanciare
Tuttavia, nonostante tutto, il CHAN rimane un evento importante per la crescita e la promozione dei talenti locali africani, ma è evidente che con questo format la kermesse non ha un futuro roseo, o meglio probabilmente non ce l’ha proprio.
Un profondo maquillage strutturale, finalizzato a migliorare lo spettacolo e rendere il prodotto più sexy anche dal punto di vista televisivo, è l’elettroshock necessario per rianimare una kermesse in coma profondo.
Per cominciare, ad esempio, la CAF potrebbe togliere il vincolo della lega di appartenenza (es: ad oggi nella nazionale locale marocchina possono giocare solo giocatori del Botola, il campionato domestico del Marocco), aprendo le porte a tutti i giocatori militanti in leghe africane, anche se diverse dalla selezione di riferimento.
Una misura che, proprio con l’obiettivo di rilanciare il torneo, la CAF sembrava essere sul punto di introdurre, salvo però poi fare retromarcia a pochi mesi dallo start, frustrando le speranze di molti addetti ai lavori, tra cui lo stesso Dupuis. «Peccato, perché era una buona idea», ha commentato, rammaricato, l’ex commissario tecnico del Madagascar.
L’emorragia di defezioni del 2025, però, dovrà per forza di cose spingere la CAF a riflettere. La sensazione è che questa, insieme a tante altre proposte di innovazione, a breve finiranno nuovamente sulla scrivania di Motsepe. Ignorarle ancora significherebbe condannare a morte il CHAN. E con esso un pezzo di calcio africano.