
Il Camerun occupa il primo posto nella classifica 2024 delle crisi di sfollamento più trascurate del mondo secondo l’ultimo rapporto del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC).
Un’emergenza umanitaria che coinvolge 1,1 milioni di sfollati interni e quasi mezzo milione di rifugiati, e che riceve appena 28.800 menzioni nei media internazionali.
Il piano di risposta umanitaria 2024 per il Camerun è stato finanziato al 45% con 168,2 milioni di dollari dei 371 milioni necessari, il che significa che il deficit di finanziamento è di 202,8 milioni di dollari.
La mappa delle crisi dimenticate
La classifica 2024 rivela uno scenario di abbandoni sistematici.
L’Etiopia si posiziona al secondo posto, registrando il suo più alto piazzamento in questa lista nera. A maggio 2024, la siccità è stata la causa primaria dello sfollamento per circa 544mila persone (16,5% del totale nazionale), nelle regioni Somali, Oromia e Afar.
Il paese del Corno d’Africa, con 121 milioni di abitanti, resta teatro di conflitti interetnici che aggravano una situazione già destabilizzata dalla presenza di al-Shabaab in Somalia.
Il debutto mozambicano
Il Mozambico debutta al terzo posto. Nel paese, in ginocchio a causa delle violenze nel nord e di eventi climatici estremi, oltre un milione di sfollati rischia di rimanere senza assistenza. La crisi politica post-elettorale ha ulteriormente complicato l’accesso umanitario.
Il Burkina Faso, leader della classifica nei due anni precedenti, scende al quarto posto. Il paese ha registrato un record di 707mila nuovi sfollati e centinaia di migliaia di persone sono state escluse dagli aiuti. Secondo i dati pubblicati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) nel 2023 si contavano in Burkina Faso più di due milioni di persone sfollate su una popolazione di circa 22 milioni.
I numeri dell’abbandono sono inequivocabili. Nel 2024, il fabbisogno umanitario globale ha raggiunto 49,5 miliardi di dollari, ma sono stati erogati solo 24,2 miliardi di dollari.
Il finanziamento umanitario globale corrisponde a 3 giorni di spesa militare
Per capire il fallimento dell’aiuto è sufficiente equiparare questi dati con la spesa militare globale: per il 2024 è stata di 2,46 trilioni di dollari, pari a 6,74 miliardi di dollari al giorno.
Con un deficit di finanziamento umanitario globale di 25,29 miliardi di dollari, ciò equivale a 3,7 giorni, o all’1,03%, della spesa militare globale nel 2024.
Il piano di risposta umanitaria per il Camerun ha ricevuto finanziamenti per soli 168,2 milioni di dollari sui 371 milioni richiesti, con una copertura del 45%.
Il deficit di 202,8 milioni si inserisce in un quadro di tagli sistemici: Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Svizzera, Svezia, Germania e Belgio hanno tutti annunciato riduzioni significative dei budget per gli aiuti.
Anatomia della crisi camerunese
Il Camerun affronta simultaneamente tre crisi distinte, attive da oltre un decennio. Nel bacino del Lago Ciad persiste il conflitto con gruppi armati jihadisti. Nelle regioni anglofone del Nord-Ovest e Sud-Ovest continua la violenza separatista iniziata nel 2016. L’instabilità della Repubblica Centrafricana genera un flusso costante di rifugiati verso est.
Su una popolazione di 28,8 milioni di abitanti, 3,4 milioni necessitano di assistenza umanitaria urgente. L’insicurezza alimentare acuta colpisce 2,8 milioni di persone, mentre 1,4 milioni di giovani hanno bisogno di supporto educativo.
Il 70% degli sfollati vive al di fuori dei campi ufficiali, spesso su terreni periferici senza protezione legale.
A nord, la stagione delle piogge 2024 è stata la peggiore dal 1990, distruggendo abitazioni, raccolti e infrastrutture.
Gli shock climatici si sovrappongono ai conflitti, creando spirali di vulnerabilità che spingono nuove popolazioni verso lo sfollamento.
La geografia dell’invisibilità
Circa 480.500 rifugiati e richiedenti asilo trovano rifugio in Camerun, principalmente centrafricani fuggiti da un decennio di instabilità.
Le strutture emergenziali locali ricevono solo il 32% dei fondi necessari. Le tensioni per le risorse limitate, la mancanza di documenti essenziali e l’accesso ristretto ai servizi di base gettano le comunità nella precarietà. Donne e bambini risultano particolarmente esposti a violazioni dei diritti umani.
Il sottofinanziamento cronico impedisce interventi strutturali. L’assistenza si limita spesso alla gestione dell’emergenza, senza affrontare le cause profonde che alimentano i conflitti e gli spostamenti di popolazione.
Prospettive per il 2025
L’analisi del NRC non lascia spazio a ottimismi. La solidarietà internazionale viene erosa da politiche nazionalistiche, mentre il numero di sfollati raggiunge livelli record. Per il Camerun, classificato ripetutamente in questa lista dal 2018, le prospettive per il 2025 appaiono ancora più critiche senza un rinnovato impegno politico e finanziario.
E questo non è un tema della prossima campagna elettorale con il voto per le presidenziali previsto per il 5 ottobre.
La crisi camerunense rappresenta un caso di studio sulla negligenza globale: scarsa diplomazia, sottofinanziamento e assenza mediatica convergono nel rendere invisibile la sofferenza di milioni di persone. Un’invisibilità che, secondo il rapporto, non può più essere giustificata con l’ignoranza.