Colera in aumento. In Africa “scenario preoccupante” - Nigrizia
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L’Oms attua un piano globale di risposta, ma fondi e vaccini scarseggiano
Colera in aumento. In Africa “scenario preoccupante”
Dopo anni di costante declino, il colera sta riemergendo in varie zone del pianeta. A rischio 1 miliardo di persone in almeno 43 paesi, 24 dei quali sono africani. Situazione particolarmente grave in Malawi
23 Maggio 2023
Articolo di Giuseppe Cavallini
Tempo di lettura 5 minuti
Centro di trattamento dell'Oms in Congo (Credit: Who)

Secondo i dati più recenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il mondo intero è alle prese, dalla metà del 2021, con un’estrema gravità di quella che gli esperti hanno definito “la settima pandemia di colera più mortale nella storia”.

La pandemia appare preoccupante per il numero delle persone colpite, le dimensioni del fenomeno e il moltiplicarsi dei focolai, con il diffondersi del morbo in aree dove il colera e la mortalità provocata dalla malattia si ritenevano superate.

L’Oms ha stimato lo scorso febbraio che 1 miliardo di persone in almeno 43 paesi sono a rischio, con bambini sotto i cinque anni particolarmente vulnerabili. Oltre la metà sono paesi africani.

In Malawi il 52% dei morti in Africa

In Africa, si sta assistendo a un aumento esponenziale dell’infezione. Basti dire che i casi registrati nel continente, per lo più nel sub-Sahara, solo nel primo mese del 2023 sono aumentati di oltre il 30% del totale raggiunto in tutto il 2022.

Nel bollettino del 4 aprile scorso l’Oms segnalava 160.756 casi e 3.288 decessi in 24 paesi africani che affrontano focolai da inizio anno.

Se l’attuale accelerata tendenza continuasse, potrebbe superare il numero di casi registrati nel 2021, l’anno peggiore per il colera in Africa in quasi un decennio.

I rapporti degli esperti delle Nazioni Unite mostrano che, dopo anni di costante declino, il colera sta pertanto facendo un ritorno devastante e prendendo di mira le comunità più vulnerabili del mondo e soprattutto dell’Africa.

«La pandemia sta uccidendo i poveri proprio di fronte a noi», ha dichiarato Jérôme Pfaffmann Zambruni, capo dell’unità di emergenza di sanità pubblica dell’Unicef.

«Stiamo assistendo a uno scenario preoccupante in cui i conflitti e gli eventi climatici estremi e le conseguenze del Covid-19 stanno moltiplicando le fonti del colera e incrementando il numero di vittime», ha affermato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa.

«È fondamentale per i paesi africani aumentare la prontezza per rilevare rapidamente casi e attivare una risposta completa e tempestiva. Stiamo sostenendo i governi a rafforzare le misure di controllo per fermare questi focolai il più rapidamente possibile».

Il grafico dell’Oms mostra l’aumento dei casi di colera (marrone) e la curva della mortalità (linea blu) dal 1 gennaio 2022 al 21 aprile 2023

Nell’Africa subsahariana l’Unicef il mese scorso aveva segnalato i maggiori focolai in Burundi, Etiopia, Kenya, Mozambico, Somalia, Sudafrica, Tanzania, Sud Sudan, Zambia e Zimbabwe.

Il più colpito è il Malawi, che da solo raccoglie il 35% (56.763) dei casi totali e il 52% (1.722) di tutti i decessi segnalati. Insieme, Malawi, Camerun, Rd Congo, Mozambico e Nigeria, raccolgono il 78% (125.837) del totale dei casi in Africa e il 91% (2.984) di decessi dal 1° gennaio 2022 al 4 marzo 2023.

In Malawi e Mozambico il colera si è diffuso grandemente in seguito al passaggio del distruttivo ciclone Freddy a febbraio e marzo, che ha lasciato oltre 800mila persone sfollate internamente, e con un’assistenza sanitaria carente.

L’Oms aveva risposto inviando nei due paesi 80 esperti e oltre 455 tonnellate di forniture critiche anti-colera.

Altre forniture sanitarie sono state consegnate a Camerun, Burundi, Repubblica democratica del Congo, Ghana e Zambia per consolidare la preparazione e la risposta al possibile aggravarsi della situazione.

Anche in Etiopia, Kenya e Somalia sono stati segnalati focolai di colera nel bel mezzo della catastrofica siccità nel Corno d’Africa, che ha lasciato milioni di persone in impellente necessità di assistenza umanitaria.

Risposta globale

Per rispondere alla crescente minaccia, le agenzie Onu per la sanità hanno steso per i prossimi 12 mesi un piano di risposta preventiva di 160 milioni di dollari, mentre l’Unicef ha lanciato un appello per raccogliere 480 milioni.

Il piano di risposta globale al colera coprirà 40 paesi in più grave crisi. Il programma include coordinamento, sorveglianza e prevenzione delle infezioni, vaccinazioni, trattamento per acqua pulita, incremento di servizi igienico-sanitari e igiene in generale.

Henry Gray, funzionario dell’Oms responsabile per la risposta globale del colera, ha ribadito che è necessario un grande impegno per raccogliere e garantire i fondi necessari a completare tale piano.

I vaccini scarseggiano

Secondo l’Oms, l’aumento globale dei focolai di colera sta mettendo a dura prova le dosi disponibili del vaccino utilizzato abitualmente per interrompere la trasmissione in luoghi senza acqua potabile sicura.

Una di queste aree è la Repubblica democratica del Congo, dove il perdurante conflitto tra esercito e gruppi armati in Nord e Sud Kivu ha costretto alla fuga mezzo milione di persone. Con un aumento dei casi di colera.

Durante gli scontri, le persone hanno dovuto fuggire dalle loro case ritrovandosi senza cibo, acqua e accesso a strutture igienico-sanitarie che sono fondamentali per prevenire l’ulteriore diffusione del colera.

Finora, nel 2023, oltre 3,3 milioni di dosi di vaccino contro il colera sono state consegnate a Rd Congo, Kenya e Mozambico attraverso il gruppo di coordinamento internazionale sulla distribuzione di vaccini.

Questa iniziativa mira a gestire le forniture di emergenza dei vaccini e si realizza in partnership con la Federazione internazionale della Croce Rossa, di Red Crescent, Medici senza Frontiere, Unicef e Oms.

Il colera è un’infezione acuta, estremamente virulenta, che può diffondersi rapidamente e provocare disidratazione con conseguente elevata mortalità. Tuttavia, la malattia è facilmente curabile.

La maggior parte delle persone può essere trattata con successo attraverso una rapida somministrazione di soluzione di reidratazione orale o fluidi endovenosi.

Secondo Moeti «Ogni morte dovuta al colera è prevenibile». Ma sono anche i governi a doversene far carico, destinando maggiori risorse alla sanità e alla salute pubblica e alla prevenzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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