Il confine disumano delle leggi contro i migranti - Nigrizia
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Il report Emergency sul Mediterraneo centrale: i salvataggi della Life Support e l’assegnazione di porti lontani
Il confine disumano delle leggi contro i migranti
09 Maggio 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
La nave Life Support di Emergency

Il confine disumano. Con questo titolo Emergency racconta in un report quel che accade nel mar Mediterraneo centrale, quello spazio d’acqua tra due continenti, africano ed europeo, che viene attraversato quotidianamente, e spesso mortalmente, da persone che cercano una vita diversa e che per lo più approdano in Italia.

Nel 2024 sono state 66.317 le persone sbarcate sulle nostre coste. 1.232 quelle tratte in salvo dalla Life Support, la nave salvezza di Emergency, che lo scorso anno ha percorso quasi 39mila chilometri in mare, per 139 giorni, effettuando 13 missioni e 25 operazioni di ricerca e soccorso.

E non solo di prese a bordo si tratta, ma di veri e propri triage sanitari, in grado di valutare le condizioni cliniche delle persone salvate, che spesso presentano ustioni cutanee, malattie gastrointestinali e disidratazione. Condizioni dovute alla loro permanenza in mare, spesso per giorni.

867 le visite, per un totale di 519 pazienti, presi in carico grazie alla presenza di mediatori culturali, capaci di interagire con persone provenienti da Siria, Bangladesh, Pakistan, Egitto, Nigeria, Eritrea, Ghana, Mali, Sudan, Marocco e Palestina. Persone per cui la tratta in mare è solo l’ultima tappa di un viaggio lungo, pericoloso, provante.

Una presenza fondamentale questa della Life Support nel Mediterraneo centrale, come quella delle altre ong dedite ai salvataggi in un mare dove non vi è alcuna missione con questa finalità: il soccorso e la salvezza. Missione messa in grave difficoltà dal decreto Piantedosi e dall’assegnazione di porti sempre più distanti.

Nel 2024, alla Life Support sono stati assegnati i porti di Ravenna (3 volte), Ancona (2), Livorno (2), Ortona (1), Civitavecchia (1), Napoli (2), Vibo Valentia (1) e Catania (1). Una prassi che l’ha costretta a percorrere 20mila e 500 chilometri in più, impiegando in media oltre 3 giorni di navigazione in più a missione, rispetto a un porto vicino alla zona di salvataggio.

Giorni che aumentano la sofferenza di chi è a bordo e anche, ovviamente, le spese da sostenere per Emergency che ha registrato un aumento di 13.165 euro al giorno per un totale di 789.840 euro. Un ammontare di risorse in denaro non banale, bensì assai prezioso con cui si sarebbero potute finanziare altre missioni della Life Support per salvare vite in mare.

Salvare, visto che, secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), sono state 2.476 le persone morte o disperse durante la traversata in mare, circa 6 al giorno, nel 2024. Per un drammatico bilancio di oltre 31mila dal 2014.

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