Gli asini in Etiopia, alleati fondamentali dell’economia informale
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Negli anni sono sorte diverse cliniche per questi animali gestite da ong e università locali
Chi cura gli asini in Etiopia, alleati fondamentali dell’economia informale
Il paese ospiterebbe un quinto di tutta la popolazione mondiale degli equini
21 Maggio 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 4 minuti
Crediti: The Donkey Sanctuary Ethiopia

In gran parte dei paesi africani è molto diffusa l’economia informale o famigliare, che assume le forme più diverse (mercati rionali, minuscoli negozi agli angoli delle strade, baratto e scambio di prodotti in natura). Un’economia fatta pertanto non di grandi numeri, di speciali strategie e di imponenti mezzi finanziari. E coadiuvata da modalità non esattamente tecnologiche nel trasporto delle merci e nella compravendita.

Un esempio significativo a riguardo lo si trova in Etiopia, dove tra i mezzi più comuni per commerciare a livello di comunità locali ci sono gli asini, i miti animali da soma che in passato si incontravano regolarmente anche lungo le strade delle località rurali dell’occidente opulento.

Sulla scorta di quanto avviato in altre paesi, anche in Etiopia l’ong internazionale The Donkey Sanctuary ha creato negli anni dei centri di assistenza dedicati alla cura di asini e muli ammalati che verrebbero abbattuti se non avessero modo di guarire in questi centri.

Il primo dei santuari è stato aperto nel 1986, inizialmente con un accordo di partnership tra la ong inglese Anglo-Ethiopian Society e la facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Debrezeit (oggi Bishoftu), città situata circa 40 chilometri a sud della capitale Addis Abeba. Nella capitale il Donkey Sanctuary ha iniziato le sue attività nel 1994 invece, nell’ambito di un memorandum d’intesa tra l’International Donkey Protection Trust e l’Università di Addis Abeba. Nel 2008 l’Etiopia ha poi riconosciuto ufficialmente la filiale locale di The Donkey Sanctuary come una ong. 

Bishoftu e Merkato

Il santuario di Bishoftu è composto oggi da un ospedale per asini con sala operatoria, un laboratorio e delle stalle per il recupero degli animali. Il centro fornisce anche assistenza veterinaria e consulenza ai proprietari dei muli e dispone anche di pronto soccorso e ambulatori.  

Negli anni, l’attività di Donkey Sanctuary, il cui mantenimento richiede un costo di circa 400mila euro l’anno con il lavoro di circa 50 operatori locali, ha visto una progressiva espansione in varie aree del paese: nel nord, tramite gli uffici regionali per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, operano due cliniche mobili in un raggio di 100 chilometri da Bahir Dar (nello stato dell’Amhara) e Makallé (in Tigray).

Nel sud è operante una clinica che copre un raggio di 100 chilometri da Hawassa, capitale dello stato Sidama. Chi scrive ha vissuto in Etiopia per circa 30 anni, tra popolazioni dell’entroterra che vivevano per l’appunto di economia informale, ed è stato testimone della ricchezza rappresentata dagli asini per le famiglie che li posseggono, per il trasporto dei prodotti che coltivano. 

Secondo i custodi il santuario di Addis Abeba, che sorge nei pressi del grande mercato all’aperto di Merkato, offre un servizio veterinario a molti dei 3000 asini e muli che ogni giorno si fermano o attraversano la città o il mercato. Si incontrano qui dozzine di asini chiusi in recinti, agitati e scalcianti oppure tranquilli e intenti a mangiare. Non sono abbandonati a se stessi ma assistiti. Custodi e veterinari si alternavano nel curare ferite, coliche e problemi agli occhi, ai denti o di altro genere.

Record di asini

L’Etiopia possiede oggi il maggior numero di asini al mondo, come confermano le stesse Nazioni Unite, secondo le quali un asino su cinque nel pianeta si trova nel paese; purtroppo, dei nove milioni di esemplari presenti secondo la FAO si stima che 3.5 milioni necessitino di qualche tipo di cure. È innegabile che questi animali costituiscano una parte vitale dell’economia nazionale.

Svolgono un ruolo di enorme importanza in un paese che conta circa 130 milioni di abitanti, e rispondono alle più disparate esigenze: trasporto di merci e cibo, distribuzione di acqua e carburante, trasferimento di suppellettili, accompagnamento di anziani, bambini e infermi a ospedali, cliniche e dispensari, interventi in casi di emergenze varie ecc. In tutto questo costituiscono un’efficace alternativa economica ai veicoli a carburante in un periodo in cui i prezzi di nafta e benzina sono aumentati drasticamente e il valore della moneta locale è crollato.

Si comprende quindi perchè siano così tanti gli abitanti di campagne e città che compiono un lungo viaggio per condurre gli asini ammalati ai “santuari”, costretti come sono a fare affidamento su di loro per sopravvivere con le proprie famiglie.

Chi custodisce il Donkey Sanctuary di Addis Abeba e accoglie gli animali è amareggiato nel constatare quanto debbano soffrire gli asini mentre forniscono i diversi, inestimabili servizi alla comunità. Si sa che la vita quotidiana degli asini non è una passeggiata. L’espansione urbana nella capitale etiopica, tra l’altro, ha reso gli spazi verdi sempre più scarsi. Gli asini, che vanno peraltro riducendosi in città, spesso sono esageratamente carichi e molti vengono picchiati e maltrattati.

Gli operatori dei vari santuari cercano di fare quanto possono per sensibilizzare i proprietari degli animali evidenziando come sia loro interesse trattare umanamente gli animali, per garantirsi così di poter godere più a lungo dei diversi aiuti che forniscono. 

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