Donne ad autorità limitata. Il difficile cammino verso il diaconato femminile
Libri
Andrea Grillo
Donne ad autorità limitata. Il difficile cammino verso il diaconato femminile
Edb, 2025, pp. 92, € 10,00
28 Aprile 2025
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 3 minuti

Il diaconato femminile è lunga e travagliata storia, di quelle bibliche, “partorirai con dolore…”. Una questione annosa, legata al ripensamento del ministero. Una questione che Andrea Grillo ripercorre nel suo percorso storico, mettendo al centro la quaestio di come si possa attribuire alle donne caratteristiche di governo e, allo stesso tempo, lasciarle esterne a qualsiasi tipo di ordinazione. Con una premessa: «Tutte le occasioni per non decidere sono state colte al balzo». Così, la faccenda si procrastina nel tempo tra documenti vuoti, testi appassionati ma privi di effetti pratici e i dieci gruppi di lavoro che per giugno dovrebbero (potrebbero?) terminare questa lunga gestazione dalle note doglie.

Un racconto, questo di Grillo, che vuole essere un “diario in tempo reale”, che apparecchia quanto accaduto nelle aule sinodali tra i gruppi, soprattutto il quinto, che ha annunciato la volontà di preparare un documento dedicato alla partecipazione della donna al ministero della chiesa. Un documento di «due pagine endemiche», che del «cambio di paradigma» tanto evocato non ha traccia, se non per lo sporadico inserimento di qualche frase che può suonare apertura. Così, se il Dicastero ritiene che non ci sia decisione positiva sull’accesso alle donne al diaconato, non chiude però del tutto la porta, vista la «storia dell’autorità femminile» nella Chiesa.

Ma la piccola apertura cozza con il metodo scelto, le commissioni in cui viene relegato l’”ascolto sinodale”, e con le argomentazioni monche che si basano sul solito principio di autorità e su un “diaconato diverso”, “minore” o “minorato” come alcuni teologhi sostengono. Un diaconato diverso perché basato su cosa? Sul non voler “snaturare” la donna o riconoscerle l’accesso a una “riserva maschile”?

Intanto la scelta di sottrarre il tema al dibattito sinodale affidandolo a un gruppo era il tentativo di disinnescare una bomba che continua a rimanere invece più che innescata. Vista poi la comunicazione che il prefetto Victor Fernandez, nell’ottobre 2024, invia all’assemblea del sinodo. Un testo dove inanella, una dietro l’altra, varie affermazioni discutibili, tra cui un’affermazione sulla mancata necessità di «affrettarsi a chiedere l’ordinazione di diaconesse». Una fretta datata 1963, che continua a essere derubricata in percorsi secondari che non tengono conto dell’apporto essenziale che le donne, in alcuni passaggi cruciali della storia della Chiesa, hanno avuto. E continuano avere nelle vite delle comunità odierne.

Un cammino, questo del diaconato femminile, che risente di un vizio di forma: quello di parlare di autorità femminile nella chiesa continuando a negare l’ordinazione. «Alle donne – lo scrive senza giri di parole l’autore – viene riconosciuta autorità solo se questa resta fuori dal sacramento dell’Ordine. È un “diaconato minorato” quello che si profila, una sorta di contentino giurisdizionale che non tocca il cuore della questione».

Rimane dunque il paradosso: se sei donna puoi presiedere un ufficio, ma non un altare. Accanto, inevasa da sessant’anni, la domanda: Perché?

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