A quasi tre anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moïse, il paese caraibico rimane in balia di un futuro affossato. Di lui si parla troppo poco e sempre quando viene colpito da un dramma, sia politico o naturale, come i devastanti terremoti che l’hanno afflitto a più riprese oppure le periodiche e sanguinose rivolte delle bande armate. Un paese che pare non liberarsi mai dal suo peccato originale: essere stata la prima nazione dove gli schiavi neri si sono guadagnati, a inizio Ottocento, l’indipendenza; e allo stesso tempo essersi trasformata nella vittima di un gigantesco pizzo di stato impostole dagli ex colonizzatori francesi che si son vendicati dello sgarbo subìto. Tolti i soldi e la sicurezza, agli haitiani non rimane che consumare il tempo presente. Con la sola speranza di poter andarsene un giorno