Mozambico / Emissioni e omissioni. Il lato oscuro di Eni
Economia Politica e Società
Il rapporto Fiamme Nascoste di ReCommon
Eni in Mozambico / Emissioni e omissioni. Il lato oscuro del gas italiano
Il report svela le criticità dell'impianto Coral South nel paese africano. Attraverso dati satellitari e testimonianze, l'indagine documenta significativi episodi di flaring non comunicati, con gravi conseguenze climatiche e finanziarie. Solleva dubbi sulla trasparenza aziendale, sugli impatti ambientali e sui meccanismi di finanziamento del progetto
26 Marzo 2025
Articolo di Redazione
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eni

ReCommon ha presentato oggi il rapporto Fiamme Nascoste sugli impatti sul clima dell’impianto di ENI Coral South FLNG al largo delle coste del Mozambico.

Attraverso l’analisi di dati pubblici, immagini satellitari e altre fonti, il rapporto critica la gestione ambientale e la trasparenza del colosso energetico italiano riguardo alle operazioni della piattaforma galleggiante di estrazione e liquefazione di gas naturale in acque ultra-profonde.

Il lavoro dell’ong italiana evidenzia numerosi fenomeni di flaring avvenuti sulla piattaforma Coral South FLNG dall’inizio delle sue attività, nel 2022, che non sarebbero stati adeguatamente riportati da ENI.

Il flaring consiste nella pratica di bruciare in torcia il gas in eccesso estratto insieme ad altri idrocarburi, che ha impatti rilevanti sul clima, l’ambiente e – in prossimità di centri abitati – sulle persone.

In un’ora bruciato il gas di 8 anni di una famiglia

I ricercatori si sono basati anche su dati satellitari NASA liberamente accessibili attraverso la piattaforma FIRMS (Fire Information for Resource Management System). Secondo stime NASA in una singola ora di flaring avvenuta il 13 gennaio 2024, Eni avrebbe bruciato tanto gas quanto una famiglia media italiana consuma in 8 anni e mezzo.

Ulteriori episodi di flaring sarebbero avvenuti anche nel 2022 e nel 2023, come evidenziato dall’elaborazione di immagini satellitari multispettrali che mostrano anomalie termiche potenzialmente correlate al flaring. Tra giugno e dicembre 2022, le operazioni di flaring di Coral South avrebbero comportato lo spreco di 435mila metri cubi di gas, equivalenti a circa il 40% del fabbisogno annuo del Mozambico nel 2022.

Dichiarazioni discrepanti

Il rapporto confronta le affermazioni di Luca Vignati, Upstream Director di ENI, che ha parlato di una produzione costante e affidabile di Coral South, con le comunicazioni interne di ENI Rovuma Basin, che ammettevano un calo di produzione e guasti agli impianti. Viene citato un incontro con investitori coreani, nell’aprile 2024, in cui i manager del colosso italiano riconoscevano come sia raro operare per più di cinque mesi senza incorrere in problemi significativi in contesti di tecnologia FLNG.

Le manipolazioni delle immagini

Un aspetto significativo del rapporto di ReCommon riguarda le presunte manipolazioni di immagini da parte del Cane a sei zampe per nascondere il flaring. L’analisi comparativa tra foto di droni commissionate da ENI e rilevazioni del satellite Nasa Eos Pm-1 dell’11 novembre 2022 mostrerebbe una colonna di fuoco presente nelle rilevazioni satellitari, ma assente nelle fotografie pubblicate. Il rapporto presenta anche immagini di privati (ingegneri e marinai) che mostrano chiaramente la fiamma del flaring, in contrasto con l’assenza di tali immagini nelle comunicazioni ufficiali dell’azienda italiana.

Responsabilità finanziarie

Un capitolo importante è dedicato alle responsabilità finanziarie e politiche legate al progetto. Il rapporto sottolinea come le banche che hanno finanziato Coral South aderiscano agli Equator Principles e siano tenute a seguire gli standard della International Finance Corporation (IFC).

L’operazione di finanziamento da 4,7 miliardi di dollari è stata la più grande del suo genere in Africa. Il rapporto critica il fatto che le banche del consorzio, tra cui UBI Banca (oggi Intesa Sanpaolo) e UniCredit, abbiano ottenuto garanzie pubbliche, in particolare da Sace, per coprire i prestiti, esponendo le casse pubbliche italiane a potenziali rischi.

Il rapporto solleva dubbi sulla qualità del monitoraggio ambientale e sociale svolto dal consulente indipendente Ramboll per conto del consorzio di creditori e critica la resistenza di Sace nel fornire a ReCommon i documenti relativi alla revisione dello studio di impatto ambientale.

Il rapporto denuncia anche la mancanza di gettito fiscale per il Mozambico da parte di Coral South nel 2022 e 2023, contrariamente alle stime iniziali di ENI.

Nelle conclusioni, il rapporto inquadra la vicenda del flaring di Coral South FLNG come un esempio di estrattivismo, dove gli utili vengono privatizzati e le perdite (di qualsiasi tipo, incluse quelle ambientali) vengono socializzate.

Quale fiore all’occhiello?

Nel comunicato stampa di ReCommon si legge che «Il tanto declamato “fiore all’occhiello” della cooperazione tra Italia e Mozambico non è mai stato tale: ENI ha provato a dissimulare le difficoltà operative e sottostimato gli effetti del flaring di Coral South FLNG, un progetto che non porta alcuna sicurezza energetica né all’Italia né tanto meno al Mozambico.

In un paese in cui violenze sistemiche e impatti ambientali sono legati anche alle attività dell’industria estrattiva, il contributo di ENI arriva in larga parte sotto forma di emissioni climalteranti. Uno scenario che rischia di deteriorarsi con il nuovo progetto Coral North FLNG.

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