
“Ci aspettavamo che voi, come figure di spicco, avreste risolto questo problema attraverso la discussione”, si legge in una lettera in lingua tigrina che il patriarca della Chiesa ortodossa etiopica Mathias – al quale i leader tigrini hanno negato la possibilità di un incontro personale – ha indirizzato a Debretsion Gebremichael, ex presidente dello stato regionale del Tigray e presidente del TPLF e a Getachew Reda, ex portavoce del TPLF e attuale presidente dell’amministrazione provvisoria del Tigray.
Il patriarca aggiunge: “Le vostre divisioni hanno scioccato non solo la gente del Tigray, ma il resto del mondo”. La preoccupazione di Abune Mathias è che la situazione del Tigray possa portare la regione a un’altra guerra.
Invitandoli a prestare ascolto alla voce della popolazione, affrontando le grandi sfide e rispondendo alle necessità della gente, il patriarca ha anche espresso la sua tristezza per il fallimento dei due leader nel sapersi “ascoltare a vicenda, piuttosto che litigare e insultarsi”.
E li rimprovera, inoltre, di non aver riflettuto seriamente quando gli anziani e i leader religiosi li avevano implorati perché conservassero pace e unità.
La situazione dello stato-regione è tuttora molto tesa a motivo della lotta di potere in corso da mesi tra le due fazioni in cui si trova oggi diviso il TPLF, il partito che governa il Tigray.
Nel frattempo, il Consiglio elettorale nazionale dell’Etiopia ha scritto una lettera al TPLF, guidato da Debretsion, intimando di intraprendere un congresso del partito entro il 10 febbraio, come richiesto dalla legge, o perdere lo status di partito legalmente registrato.
Fino ad ora il TPLF non si è mostrato disposto a tener fede a tale ingiunzione.