Etty Hillesum. Vivere e respirare con l’anima
Libri
Beatrice Iacopini
Etty Hillesum. Vivere e respirare con l’anima. La scommessa di una spiritualità laica
Il Segno dei Gabrielli editori, 2025, pp. 216, € 18,00
04 Giugno 2025
Articolo di Giuseppe Cavallini
Tempo di lettura 3 minuti

Secondo molti teologi, biblisti, agenti pastorali ed esperti di spiritualità, nonostante i paesi occidentali appaiano sempre più secolarizzati e indifferenti al fenomeno religioso, fra le giovani generazioni sta emergendo in realtà una forte esigenza, spesso inconscia, di ricerca di senso e di riscoperta della spiritualità. Una tensione dell’oggi che però torna nella vicenda personale della scrittrice olandese Etti Hillesum, a cui la teologa e insegnante Beatrice Iacopini ha dedicato il suo ultimo lavoro, pubblicato quest’anno dall’editrice veronese Il segno dei Gabrielli.

Il volume approfondisce la ricerca esistenziale di Hillesum, autrice di origini olandesi morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, a soli 29 anni, insieme ad altri milioni di ebrei vittime della follia nazista dei campi di concentramento. Iacopini offre una lettura originale degli scritti di Hillesum, in modo particolare il Diario e le Lettere della giovane autrice perita durante l’Olocausto.

Parole che testimoniano la peculiare storia di maturazione interiore di Hillesum. Testi che la presentano come una sorta di antesignana di una spiritualità non religiosa, trans-religiosa, post-teistica o laica che dir si voglia, che nasce e si sviluppa nell’incontro tra la sua complessa esperienza individuale e la sua relazione con Julius Spier, inizialmente suo terapeuta ma che poi col tempo anche suo maestro, amante e confidente.

Nella figura di Etty Hillesum, pur vissuta un secolo fa, si possono riscontrare diversi tratti dell’attuale inquietudine interiore presente in tanti giovani, che come lei aspirano a trovare il senso del proprio esistere e di Dio stesso ma che desiderano farlo lontani dalle chiese storiche e dagli organismi istituzionali, al di fuori cioè di ogni recinto confessionale, in una ricerca personale nondimeno autentica e significativa.

Una condizione che Etti descrive nel suo Diario con le seguenti parole: «Io riposo in me stessa. E questo ‘me stessa’, la parte più profonda e ricca di me in cui riposo, io la chiamo ‘Dio’ […] quando dico che ascolto dentro, in realtà è Dio che ascolta dentro di me. La parte più essenziale e profonda di me che ascolta la parte più essenziale e profonda dell’altro. Dio a Dio» (Diario, 17 settembre 1942).

L’abbandono delle forme religiose tradizionali fa emergere in modo sempre più forte il bisogno di approfondire e coltivare una spiritualità non avulsa dalla quotidianità pur se, come menzionato sopra, al di fuori dei sentieri proposti dalle istituzioni religiose. Hillesum, in definitiva, con la sua libertà di costumi e la sua capacità di interpretare la propria corporeità, è definibile come una sorta di mistica corporea. Sicuramente è stata una vera testimone della modernità, vissuta in un periodo storico di grandi sfide.

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