Fin dove può spingersi Starlink in Africa? - Nigrizia
Tecnologia
Il sistema Internet satellitare di SpaceX è oggi presente in 19 Paesi africani. L’obiettivo per il 2025 è espandersi in altri 20
Fin dove può spingersi Starlink in Africa?
Nel 2025 e 2026 la costellazione di satelliti di Elon Musk punta a radicarsi in decine di nuovi Paesi africani. Anche se supportate da partner stranieri, le compagnie del continente difficilmente potranno reggere l’urto
28 Febbraio 2025
Articolo di Rocco Bellantone
Tempo di lettura 6 minuti
Installazione delle apparecchiature Starlink sul tetto di una scuola in Rwanda (Credit: Greedy South)

Una partnership con il colosso francese delle telecomunicazioni Orange per penetrare sempre di più il mercato dell’accesso a Internet in Africa. È l’ultima mossa di Starlink, il fornitore di connettività attraverso satelliti in orbita terrestre bassa (LEO, Low Earth Orbit) sviluppato da SpaceX, l’azienda spaziale privata statunitense di proprietà del miliardario Elon Musk.

Quello africano è un mercato in gran parte ancora inesplorato nonostante gli enormi passi in avanti registrati negli ultimi anni.

Secondo il Pulse Internet Resilience Index redatto da Internet Society, organizzazione internazionale di diritto americano per la promozione dell’utilizzo e dell’accesso a Internet, il livello di resilienza di Internet in Africa è pari al 34% e nel 2023 ha registrato un aumento di un punto percentuale rispetto al 2022.

L’Africa occidentale e l’Africa centrale sono le regioni che hanno segnato i miglioramenti più significativi, crescendo entrambe di due punti. Tra i Paesi che hanno fatto un balzo in avanti ci sono lo Zambia (+6%), il Kenya (+5%), Uganda, Comore, Madagascar e Mozambico (+4%) e poi Etiopia, Eritrea, Gibuti, Mauritius e Tanzania (+3%).

Nel complesso questi miglioramenti sono dovuti alla somma di più fattori: maggiori investimenti nelle infrastrutture Internet, espansione delle reti mobili e più collaborazione tra governi, fornitori di servizi e comunità locali.

La strategia di espansione in Africa

Dopo l’Asia, l’Africa è il continente che finora è stato meno “aggredito” da Starlink. Il provider di Musk punta ora a recuperare terreno e per farlo nel più breve tempo possibile, come segnalato da leconomie.info, conta di fare leva sullo storico radicamento in Africa di Orange e sulla sua rete di infrastrutture estesa in 17 Paesi africani.

Sbarcata in Africa all’inizio del 2023 con la sigla di un primo accordo con il governo della Nigeria, Starlink è oggi presente in 19 Paesi africani.

I piani per la fine del 2025 sono molto ambiziosi, ovvero guadagnarsi un ruolo più significativo in ben 20 altri Paesi: Tunisia, Ciad, Niger, Mali, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea-Bissau, Guinea, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Togo, Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica democratica del Congo, Tanzania, Angola, Namibia, Lesotho e Seychelles.

Nel 2026 le attenzioni verranno invece concentrate in 5 altri mercati strategici dell’Africa centrale e orientale: Uganda, Camerun, Guinea Equatoriale, Mauritius e Comore.

Copertura Internet nelle aree rurali

Quello che Starlink può offrire all’Africa al momento non è avvicinabile dalle compagnie di telecomunicazioni del continente. Con la sua costellazione di satelliti in orbita bassa (a soli 550 km dalla superficie terrestre), Starlink è infatti in grado di garantire una copertura di Internet affidabile e veloce (fino a 200 Mbps, Megabit per secondo) anche nelle aree più remote.

Connettere queste aree può significare sulla carta non solo maggiore inclusività digitale ma anche la possibilità per chi vi abita di accedere a servizi di telemedicina, a corsi di formazione online ma anche a sistemi di allerta sull’arrivo di calamità naturali.

Il Niger, dove solo il 32% del territorio nazionale è coperto da Internet, lo scorso 21 novembre la giunta militare al potere ha concesso a Starlink una licenza di cinque anni per operare nel Paese. Secondo il ministro delle Comunicazioni di Niamey Sidi Ahmed Raliou questo accordo garantirà l’accesso a Internet a circa l’80-100% del Niger.

Come era abbastanza prevedibile, l’ingresso nel Paese di Starlink ha generato degli effetti collaterali incontrollati. In questo Stato, dove secondo la Banca Mondiale quasi il 50% della popolazione guadagna meno di un dollaro al giorno, acquistare l’apparecchiatura satellitare di base per connettersi a Internet comporta una spesa che oscilla tra 260mila e 400mila franchi CFA (dunque tra 414 e 637 dollari).

La corsa ai satelliti di Starlink ha innescato l’arrivo dalla Nigeria di apparecchiature spesso attraverso canali illeciti. E ad approfittarne sono state finora soprattutto le comunità che risiedono nelle aree più remote e meno collegate con la capitale, come la regione desertica di Ténéré dove interi villaggi hanno unito le forze per comprare l’apparecchiatura satellitare e poter così condividere l’accesso a Internet.

Aggirare gli ostacoli normativi

Sempre secondo leconomie.info, attraverso l’intesa con la francese Orange Starlink cercherebbe anche di aggirare alcuni ostacoli normativi che hanno finora sbarrato la strada alla sua ascesa in alcuni Paesi africani.

Nel marzo 2024 in Costa d’Avorio, a fronte dell’ingresso prepotente di Starlink, l’Autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni (ARTCI) ha dovuto diffondere un comunicato stampa segnalando che il provider non aveva ancora ricevuto alcuna licenza per operare nel Paese.

In Camerun nell’aprile del 2024 il governo, tramite il suo ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, ha ordinato a SpaceX di sospendere i servizi di Starlink fino a quando non avesse regolarizzato la sua presenza nel Paese.

In Marocco Starlink ha recentemente dovuto avviare le procedure amministrative per ottenere una regolare licenza dall’Agenzia nazionale di regolamentazione delle telecomunicazioni (ANRT) e ora pensa di aprire una filiale a Casablanca.

In Sudafrica, Paese che ha dato i natali a Musk, Starlink deve attendere che si calmino le acque dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – nella cui Amministrazione Musk ha assunto la guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa – ha tagliato i fondi americani a sostegno del governo sudafricano per via di una legge sull’espropriazione dei terreni agricoli che secondo il tycoon andrebbe contro la minoranza bianca.

Le compagnie continentali provano a difendersi

Tutte queste dinamiche confermano che quando Starlink entra nel mercato della connettività di un Paese, non lo fa mai in punta di piedi.

Ciò sta imponendo alle compagnie africane, così come a quelle extracontinentali che per anni hanno goduto di una posizione dominante in questo mercato pressoché indisturbate, di escogitare delle strategie per sopravvivere all’onda di Starlink.

In Uganda e Rd Congo Orange e Vodacom vogliono stringere un’alleanza per espandere i rispettivi servizi di copertura nelle aree rurali dei due Paesi. In Kenya, Safaricom collabora con ESD Kenya per implementare la copertura satellitare. ZainTech e Arabsat provano a fare squadra per reggere l’urto nel mercato del Nord Africa. Algérie Télécom ha chiesto un supporto alla cinese Huawei.

Oltre che sul piano delle infrastrutture e della affidabilità e velocità del servizio offerto, queste compagnie sono chiamate a competere con Starlink anche su quello del prezzo. Secondo una stima di Rest of World in almeno cinque dei Paesi che serve, Starlink offre un abbonamento mensile più economico rispetto agli altri competitor: Kenya, Ghana, Zimbabwe, Mozambico e Capo Verde.

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