Guinea-Bissau: UE rinnova l’accordo sulla pesca - Nigrizia
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Dall’europarlamento via libera all’intesa quinquennale per un valore di oltre 107 milioni di euro
Guinea-Bissau: UE rinnova l’accordo sulla pesca
03 Aprile 2025
Articolo di Redazione
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Lo scorso 2 aprile, il parlamento europeo ha approvato il rinnovo per altri cinque anni dell’accordo di pesca con la Guinea-Bissau, garantendo l’accesso alle acque del paese dell’Africa occidentale a 41 navi dell’Unione Europea per i prossimi cinque anni.

L’accordo permette ai pescatori europei di catturare 3.500 tonnellate di cefalopodi (polpi, moscardini, seppie, totani e calamari) e 3.700 tonnellate di gamberi all’anno fino al 2029. Restano escluse le specie di piccoli pelagici (sardine e acciughe) – utilizzati in modo massiccio da parte dell’industria delle farine di pesce – a causa dello stato di sfruttamento degli stock.

Non è chiaro però chi e come controllerà il rispetto degli standard di cattura stabiliti.

A muoversi al largo delle coste guineane saranno 28 tonniere congelatrici con reti a circuizione e palangari di superficie e 13 tonniere con lenze e canne, provenienti da Spagna, Francia, Italia, Grecia e Portogallo.

In cambio l’UE verserà a Bissau 17 milioni di euro all’anno. Altri 4,5 milioni di euro all’anno – 1,4 milioni in più rispetto all’intesa precedente del 2019 – andranno a programmi di promozione di una gestione sostenibile della pesca e a sostegno delle comunità di pescatori locali, per finanziamenti complessivi di 107,5 milioni in cinque anni.

La preoccupazione dei parlamentari, si legge in una nota dell’europarlamento, è che l’accordo sostenga davvero lo sviluppo della pesca locale. Per questo ha approvato anche una raccomandazione che invita le autorità guineane a «migliorare le proprie infrastrutture per garantire l’accesso al mercato per il pesce locale» e a una più stretta cooperazione «per consentire al paese di esportare i suoi prodotti ittici».

L’altro tasto dolente riguarda la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), agevolata dalla mancanza di trasparenza in merito alla proprietà delle imbarcazioni.

Un problema questo, purtroppo frequente lungo tutte le coste del continente, dove pescherecci stranieri non autorizzati – cinesi, turchi, russi, ma anche della stessa UE – di praticano la pesca industriale, non di rado con mezzi di cattura illegali e non sostenibili, coperti da bandiere di comodo, depredando e impoverendo la fauna ittica.  

I parlamentari chiedono quindi all’UE di mobilitare assistenza tecnica e finanziaria per rafforzare, monitorare e controllare le attività di pesca, prevenire la pesca INN e combattere le strategie di cambio bandiera.

È stata proprio la mancanza di un adeguato controllo e monitoraggio delle attività di pesca da parte di Dakar, a portare Bruxelles, il 17 novembre 2024, alla decisione di non rinnovare un simile accordo con il Senegal, a causa della scarsa tracciabilità della provenienza del pescato.

Per la quantità di risorse finanziarie coinvolte, l’accordo con la Guinea-Bissau è il secondo più importante partenariato per la pesca dell’UE con un paese terzo, dopo quello con la Mauritania, rinnovato nel 2021 e approvato dal parlamento nel giugno 2022.

L’intesa stabilisce il pagamento di 57,5 ​​milioni di euro all’anno, più altri 3,3 milioni annui destinati al sostegno delle comunità locali di pescatori, per una durata di sei anni. Totale, poco meno di 365 milioni di euro. L’accordo permette a imbarcazioni di Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna di pescare tonni, piccoli pesci pelagici, crostacei e pesci demersali.

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