
L’ex dittatore guineano Moussa Dadis Camara, condannato a vent’anni di carcere per crimini contro l’umanità legati al massacro del 28 settembre 2009, è stato graziato venerdì 28 marzo per “motivi di salute”. L’annuncio è stato dato attraverso un decreto letto alla televisione nazionale dal generale Amara Camara, portavoce della presidenza.
«Su proposta del ministro della Giustizia, viene concessa una grazia presidenziale a Moussa Dadis Camara per motivi di salute», ha dichiarato il generale Camara leggendo il decreto ufficiale.
Un massacro che ha segnato la storia della Guinea
Moussa Dadis Camara, al potere tra il 2008 e il 2010, era stato condannato nell’agosto 2024 dopo un processo storico durato quasi due anni. La sentenza lo riconosceva responsabile per il massacro del 28 settembre 2009, quando le forze di sicurezza repressero brutalmente una manifestazione dell’opposizione nello stadio di Conakry.
Secondo un’inchiesta internazionale dell’ONU, almeno 156 persone furono uccise con armi da fuoco, coltelli e machete, mentre almeno 109 donne furono vittime di violenze sessuali. Gli abusi, secondo il rapporto, continuarono per giorni con sequestri e torture nei centri di detenzione.
Le misure della giunta per le vittime
Oltre a Moussa Dadis Camara, altre sette persone erano state condannate a pene fino all’ergastolo per il loro coinvolgimento nei crimini.
Mercoledì sera, il capo della giunta militare, generale Mamadi Doumbouya, ha annunciato in un altro decreto che lo stato si occuperà delle indennità per le vittime del massacro. Le somme, secondo le disposizioni del giudice, variano tra i 200 milioni e 1,5 miliardi di franchi guineani (da oltre 20mila a 160mila euro). «L’obiettivo è garantire giustizia alle vittime e riconoscere le sofferenze subite», ha dichiarato il generale Doumbouya, sottolineando che si tratta di un passo necessario per la riconciliazione nazionale.
Reazioni e critiche alla grazia
La decisione di concedere la grazia a Dadis Camara ha suscitato indignazione tra le associazioni delle vittime e le organizzazioni per i diritti umani. Mamadou Bailo Bah, presidente dell’Associazione delle famiglie dei dispersi del 28 settembre 2009 (AFADIS), ha espresso la speranza che ci sia ancora una possibilità di ricorso: «Questa decisione è un affronto alla memoria delle vittime del massacro e noi avremmo voluto che i colpevoli scontassero la loro pena. Vedremo quindi con i nostri avvocati se esiste la possibilità di ottenere giustizia attraverso un’altra giurisdizione nazionale o internazionale».
Anche Drissa Traoré, segretario generale della Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH), ha duramente criticato la scelta della giunta, sostenendo che questa grazia «riduce a nulla gli sforzi compiuti sia dalle vittime che dalle organizzazioni come l’OGDH [l’Organizzazione guineana per la difesa dei diritti umani e del cittadino, NDLR] e la FIDH per combattere l’impunità. Ora comprendiamo perché il capo dello stato ha pubblicato, poco prima di questa grazia, un decreto che annunciava la presa in carico degli indennizzi per le vittime del 28 settembre 2009: voleva semplicemente farci accettare questa decisione!»