
Una notizia che infonde speranza si affianca a un’ombra preoccupante nel panorama della lotta contro l’HIV in Africa. Il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria ha annunciato una pietra miliare storica: per la prima volta, è stato acquistato un trattamento di prima linea per l’HIV prodotto direttamente nel continente.
Il farmaco antiretrovirale denominato TLD (tenofovir, lamivudina e dolutegravir), prequalificato dall’Organizzazione mondiale della sanità, proviene da un’azienda farmaceutica kenyana ed è stato consegnato in Mozambico. Servirà a trattare oltre 72mila persone per un anno.
“Questa storica tappa sottolinea il forte impegno del Fondo Globale nel promuovere la produzione regionale e lo sviluppo di capacità”, ha dichiarato Hui Yang, responsabile delle operazioni di fornitura del Fondo. “Favorendo la produzione in Africa, stiamo rafforzando la sicurezza dell’approvvigionamento e ampliando l’accesso a prodotti sanitari di qualità garantita e a prezzi accessibili in tutto il continente, contribuendo alla sicurezza sanitaria globale”, ha aggiunto.
Con questo obiettivo, il Fondo Globale collabora con partner come i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC Africa), le Comunità economiche regionali africane, la International finance corporation della Banca Mondiale e UNITAID, nell’ambito dell’iniziativa NextGen (Approccio di nuova generazione per la definizione del mercato).
L’attenzione iniziale è volta a sostenere lo sviluppo di capacità di produzione in Africa, poiché è qui che esiste il divario maggiore tra la domanda e l’offerta di prodotti sanitari di qualità garantita.
“Accelerare e ampliare l’approvvigionamento e la consegna di prodotti sanitari competitivi e di qualità di fabbricazione africana, compresi gli antiretrovirali, in tutto il continente continuerà a essere una priorità assoluta”, ha dichiarato Mark Edington, responsabile della gestione delle sovvenzioni del Fondo Globale.
Tuttavia, questa promettente evoluzione si scontra con una drastica riduzione dei finanziamenti statunitensi, tra gli altri, anche per i programmi di lotta all’HIV e all’AIDS in Africa. Il governo Trump ha annunciato che taglierà oltre il 90% dei contratti della sua principale agenzia di sviluppo, USAID, e ridurrà di 60 miliardi di dollari la spesa per gli aiuti esteri.
Numerose organizzazioni che operano nel settore hanno diffuso previsioni allarmanti di un enorme aumento dei decessi come conseguenza diretta di tali politiche.
Dopo l’annuncio degli Stati Uniti di porre fine permanentemente ai finanziamenti per i progetti sull’HIV, i servizi a tutti i livelli sono stati colpiti, denunciano medici e responsabili dei programmi, dai progetti di assistenza agli orfani e alle donne in gravidanza a quelli rivolti a individui della comunità LGBTQ+.
Modelli previsionali suggeriscono che i tagli potrebbero causare oltre 500mila decessi nei prossimi 10 anni solo in Sudafrica, che conta circa 8 milioni di persone che vivono con l’HIV, il numero più alto a livello globale, con migliaia di persone nel settore del sostegno sanitario che hanno perso il lavoro.
Ma le chiusure dei progetti hanno colpito anche organizzazioni che operano in altri paesi della regione, tra cui Malawi, Zambia, Tanzania, Zimbabwe, Lesotho, Eswatini e Tanzania, nonché al programma congiunto delle Nazioni Unite UNAIDS.
La storica svolta del Fondo Globale nell’approvvigionamento di farmaci prodotti in Africa rappresenta quindi un passo avanti cruciale per l’autosufficienza sanitaria del continente e per garantire un accesso più stabile e potenzialmente più economico ai trattamenti.
Tuttavia, i drastici tagli imposti dagli USA rischiano di vanificare questi progressi e di causare un’impennata di nuove infezioni e decessi, mettendo a repentaglio decenni di faticosi sforzi nella lotta contro l’epidemia di AIDS in Africa.
La comunità internazionale e quella medico-scientifica osservano con preoccupazione l’impatto di queste decisioni sul futuro della salute pubblica nel continente e le ripercussioni che potrà avere a livello globale.