Il Ciad riduce le forze antijihadiste operative nel Sahel - Nigrizia
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Un segnale dalla giunta militare che ha anche aperto un dialogo con i gruppi ribelli interni
Il Ciad riduce le forze antijihadiste operative nel Sahel
23 Agosto 2021
Articolo di Redazione
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(TRT World)
Mahamat Idriss Déby Itno presidente del Consiglio militare di transizione Credito: (TRT World)

Dopo la Francia con il dispositivo Barkhane, anche il Ciad ha annunciato che dimezzerà il numero degli effettivi militari impiegati nella zona “delle tre frontiere” (Mali, Niger, Burkina Faso) per contrastare le forze jihadiste. Un contingente di 1.200 uomini è operativo in quest’area nel quadro della forza multinazionale G5 Sahel che dal 2017 vede la cooperazione dei militari di Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad.

Il portavoce del governo ciadiano la spiega così: «Nella zona delle tre frontiere rimarranno circa 600 uomini. La scelta di alleggerire il dispositivo è stata concertata con il comando del G5. In rapporto alla situazione che c’è sul terreno è necessario avere una forza mobile più capace di adattarsi alle modalità di azione attuate dai terroristi. Rimane intatta la nostra volontà politica di far fronte ai jihadisti».

Il Ciad è il paese saheliano che dispone dell’esercito meglio strutturato e ha affiancato le forze francesi Barkhane operative dal 2014. Il presidente Macron ha deciso di ridurre progressivamente il numero dei militari Barkhane, passando da 5.000 a 2.500 uomini fino ad arrivare a chiudere questo dispositivo.

Contestualmente la giunta militare che ha sospeso parlamento e Costituzione e che governa il Ciad dall’aprile scorso – dopo la controversa uccisione del presidente Idriss Déby Itno (la versione ufficiale parla di scontro con un gruppo ribelle) – ha deciso di aprire un «dialogo nazionale inclusivo» con i gruppi politico-militari. Lo scopo sarebbe di arrivare al voto di novembre-dicembre 2022 (alla fine di una fase di transizione di 18 mesi, che potrebbe però essere prolungata) con un paese pacificato.

La tessitura del dialogo con il gruppi armati è affidata a un comitato di 28 membri, presieduto da Goukouni Weddeye (77 anni, già presidente del paese dal 1980 al 1982) e composto da generali e da personalità vicine al figlio del presidente Déby, Mahamat Idriss Déby Itno, che è a capo del Consiglio militare di transizione.

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