Il lavoro che usura. Migrazioni femminili e salute occupazionale - Nigrizia
Libri Migrazioni
Veronica Redini, Francesca Alice Vianello, Federica Zaccagnini
Il lavoro che usura. Migrazioni femminili e salute occupazionale
Franco Angeli, 2021, pp. 146, € 19,00
21 Gennaio 2022
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 2 minuti
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Femminile, è questo il volto maggioritario delle migrazioni verso l’Italia. Femminile e dedito prevalentemente alla cura della persona e domestica. Una realtà assodata, ma troppo poco studiata. Soprattutto dal punto di vista della salute occupazionale. Ma come sta chi si prende cura?

La letteratura medica dice poco e quando studia la salute migrante, soprattutto femminile, lo fa avendo come focus problematiche sessuali, riproduttive o derivanti dalle violenze che spesso si subiscono durante il percorso migratorio. Il libro cerca di colmare questa mancanza, pubblicando una ricerca su donne migranti che lavorano nei servizi alla persona, in particolare le moldave occupate a Padova e dintorni.

Una realtà questa, che ha più di 20 anni e che si dedica in maniera maggioritaria alla cura (44% delle intervistate), nonostante spesso, nel proprio paese di origine, facesse dell’altro. Perché, mediamente, ha un’istruzione più elevata. Tante sono contrattualizzate a tempo indeterminato (oltre il 75%); ma esserlo non equivale ad avere diritti veri: le ore di lavoro sono più di quelle dichiarate, il tempo a disposizione quasi totale.

E questo è il primo aspetto che mina la salute: vivere nello stesso posto dove si lavora, vuol dire farlo spesso senza o oltre orario; senza privacy né libertà di movimento. Da qui lo stress, oltre la fatica. Poi ci sono i casi di violenza, maltrattamento, la depressione (che non a caso ha un nome Sindrome Italia).

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