10mila irregolari se si cancellano i permessi di protezione speciale
Migrazioni Politica e Società
Migranti / La conta dei morti non si arresta così come le polemiche dopo il Cdm a Cutro
Irregolari in 10mila se si cancellano i permessi di protezione speciale
13 Marzo 2023
Articolo di Redazione
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Code davanti all'ufficio immigrazione di Milano (Credit: Ticino Notizie)

Non si fermano le morti in mare. Mentre continua la restituzione dei corpi dei migranti del naufragio a Steccato di Cutro, un’altra tragedia, anche questa annunciata, avviene in acque libiche. È qui che si rovescia un barchino con a bordo 47 persone migranti. Nonostante il pronto allarme della ong Alarm Phone, nella notte dell’11 marzo, i dispersi saranno trenta, i salvati 17.

Nel mezzo, un continuo inviare segnalazioni e risposte, un rimpallo di responsabilità tra chi viene pagato dall’Italia per intervenire (la guardia costiera libica), chi si trova a poca distanza e non lo fa (i mercantili), chi continua a ricevere informazioni smistandole, senza però mai attivare alcun mezzo di soccorso (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma).

All’indomani del Consiglio dei ministri a Cutro, del tanto commentato karaoke ministeriale, dei continui sbarchi che hanno portato l’hotspot di Lampedusa all’ennesimo collasso, con oltre 2.500 persone migranti accampate ovunque, perché troppe per una capienza di 389 posti, continuano i commenti sul decreto partorito all’indomani del naufragio. O meglio sulle dichiarazioni di intenti fatte dalla presidente Meloni e i vari suoi ministri Piantedosi, Salvini, Nordio e Tajani.

Un commento corposo arriva da Magistratura democratica che oltre a sottolineare, come già fatto sul nostro sito, l’approssimazione della definizione scafista e l’inutilità dell’innalzamento delle pene per coloro che sono ritenuti tali, si sofferma su un altro dato oggettivo: il caos che scaturirebbe se, come dichiarato, si cancellassero i permessi di protezione speciale.

Permessi che a oggi riguardano migliaia di persone. Basti pensare che nel solo 2022 tra gli oltre 30mila permessi di soggiorno rilasciati dall’Italia, circa 10mila sono stati concessi con la protezione speciale. Un documento che sostituiva di fatto l’istituto della protezione umanitaria abolita da Salvini durante il primo governo Conte. Un permesso che consente di accogliere chi è in una situazione di fragilità o rischio, per appartenenza etnica, identità di genere, orientamento sessuale, idee politiche o religiose.

«La riforma – scrive Magistratura democratica – andrà a colpire persone che in Italia lavorano con contratti regolari, hanno un’abitazione e spesso avevano qui trasferito anche la famiglia. Persone, insomma, ormai parte integrante del sistema sociale del nostro paese». Una cancellazione che di fatto estromette «le persone dal sistema legale, impedendo loro – nella volontà del governo – di chiedere un permesso per protezione speciale».

«La conseguenza immediata potrà essere quella di produrre un esercito di irregolari che non potranno essere allontanati, in mancanza di accordi per il rimpatrio con la maggioranza dei paesi dai quali provengono, e che andranno ad alimentare il mercato del lavoro nero e dello sfruttamento o della criminalità, su cui lucrano potentati economici sempre più invadenti, interessati ad abbattere i costi della manodopera (ad esempio nel settore agroalimentare o in quello della logistica)».

 

 

 

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