
Due giovani sacerdoti diocesani sono stati uccisi in Kenya nell’arco di pochi giorni.
Si tratta di padre John Maina Ndegwa, parroco della chiesa di St Louis a Igwamiti, nella diocesi di Nyahururu. Il prelato è stato rinvenuto gravemente ferito il 15 maggio scorso lungo l’autostrada Nakuru-Nairobi, a una cinquantina di chilometri di distanza dalla sua parrocchia, ed è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.
Prima di morire, riferisce il sito cattolico d’informazione ACI Africa, il sacerdote avrebbe raccontato ai medici di essere stato rapito, drogato e poi lanciato fuori dall’auto in corsa.
Tutte da chiarire le cause e i motivi dell’aggressione, per accertare le quali è stata disposta un’autopsia.
Il Direttore delle comunicazioni della diocesi di Nyahururu, Joseph Waihenya, ha però in seguito dichiarato ad ACI Africa che “i risultati preliminari hanno rivelato che le contusioni osservate sulla testa di padre Maina difficilmente potevano essere la causa del decesso”.
L’altra vittima è padre Alloyce Cheruiyot Bett, ucciso il 22 maggio a Tot, nella contea di Elgeyo Marakwet, sull’altopiano kenyano occidentale, ucciso in un agguato, compiuto mentre si recava a celebrare una messa.
In questo secondo caso, riporta l’agenzia cattolica Fides, alcune fonti locali hanno sostenuto che gli assassini sospettassero che il sacerdote fosse un informatore della polizia che stava effettuando un’operazione di sicurezza contro il banditismo in corso in alcune zone della Kerio Valley, dopo l’uccisione dei altre due persone in una settimana, 20 dall’inizio dell’anno.
Il comandante della polizia della contea Peter Mulinge, ha annunciato l’arresto di sei persone in relazione all’omicidio sostenendo che “il sacerdote è stato colto in un’imboscata e ucciso a colpi d’arma da fuoco da criminali, ritenuti ladri di bestiame”.
Le cronache di vari paesi in Africa riportano ripetuti casi di scomparsa di sacerdoti o religiosi a causa di prese di posizione in campo politico, di sequestri da parte di gruppi armati a scopo di riscatto o per semplici rapine in residenze delle vittime o sulle strade dal ritorno dall’attività apostolica.