
In un’epoca di guerre, di violenza e di linguaggi d’odio sdoganati in più campi, disarmare le parole deve essere un obiettivo comune e condiviso; imparare a gestire una comunicazione che si vuole non violenta e che segua la costruzione di dialoghi e climi sociali che ci aiutino a vivere meglio e a costruire una società di pace a partire da sé e dalle persone che ci vivono attorno.
Con questo intento, Emanuela Bussolati traduce Nathalie Achard per Altreconomia, in un libro manuale che propone strumenti concreti per un cammino di consapevolezza sull’impatto che ha nella vita di tutti i giorni l’utilizzo di certi termini, l’approccio che si ha verso l’altra persona. Perché spesso facciamo nostre modalità violente verbali e non verbali, senza averne coscienza. Sempre immersi come siamo nei dualismi dell’amico/nemico, pro/contro, bianco/nero.
Il metodo di Comunicazione non violenta arriva da lontano, ma fatica a farsi spazio in una società in cui occorre sempre più avere ragione, primeggiare, contrastare, non importa come. Il contrasto è ciò che crea audience, dà visibilità, spesso potere. Per questo, la proposta di un percorso di riflessione, che parte dalle modalità di osservare, porsi e di gestire il conflitto.
Perché il conflitto non deve essere evitato, ma occorre viverlo, senza violenza, per renderlo trasformativo e a servizio di un cammino di miglioramento. Sapendo che per tutto questo occorre tempo, pazienza e dedizione.