Lago Ciad: scoperto l'uso di droni da parte dei gruppi jihadisti - Nigrizia
Conflitti e Terrorismo
Si intensifica l'insurrezione jihadista: un'indagine di ISS Today denuncia l'impiego di tecnologie avanzate negli ultimi combattimenti
Lago Ciad: scoperto l’uso di droni da parte dei gruppi jihadisti
18 Marzo 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 4 minuti
Credit: Harrison Kugler/Unsplash

Un’esplosione alla base militare di Wajiroko, cinque soldati feriti. La notte del 24 dicembre, lo Stato Islamico nella Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP) ha usato droni armati per colpire obiettivi militari in Nigeria. Secondo un’indagine compiuta da ISS Today, è la prima volta che un gruppo jihadista nell’area ricorre a questa tecnologia. Un dato che segna l’ingresso in una nuova fase dell’insurrezione jihadista che da anni insanguina il bacino del Lago Ciad. Attacchi simili si sono verificati anche a Damaturu e Abadam, sollevando interrogativi sulla provenienza di questi velivoli e sulle conseguenze per la sicurezza. 

Il contesto

ISWAP è una delle principali fazioni jihadiste attive nell’area, nata nel 2016 da una scissione interna a Boko Haram e affiliata allo Stato Islamico. A differenza del gruppo da cui si è separata, ISWAP ha adottato una strategia più mirata, cercando di guadagnare il favore delle popolazioni locali e concentrando gli attacchi sulle forze statali e i loro alleati.

Il bacino del Lago Ciad, che si estende tra Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, è un territorio instabile, segnato da insurrezioni armate, crisi umanitarie e degrado ambientale. La riduzione del 90% della superficie del lago negli anni Sessanta ha reso ancora più vulnerabili le comunità che dipendono dalla pesca e dall’agricoltura, offrendo ai gruppi jihadisti un terreno fertile per il reclutamento. La Multinational Joint Task Force (MNJTF), la coalizione militare regionale nata per contrastare la minaccia terroristica, fatica a coordinare le proprie operazioni, aggravata dalle tensioni politiche tra gli Stati membri.

L’origine degli armamenti jihadisti

Ora, l’impiego di droni armati rappresenta un’escalation preoccupante, che indica non solo un affinamento delle tattiche militari di ISWAP, ma anche la capacità del gruppo di accedere a tecnologie avanzate. Secondo il Institute for Security Studies (ISS), l’acquisizione e la modifica dei droni derivano da una combinazione di traffico d’armi, rotte di contrabbando e accesso a dispositivi commerciali adattati per scopi militari.

Oltre ai droni, ISWAP ha rafforzato il proprio arsenale con fucili di precisione russi Orsis T-5000 e armi di fabbricazione americana come l’ArmaLite AR-10 Super SASS, come documentato in recenti video di propaganda. La presenza di istruttori stranieri nel materiale diffuso dal gruppo suggerisce un supporto tecnico esterno, probabilmente facilitato da reti transnazionali legate allo Stato Islamico.

Gli ultimi scontri e il fallimento della risposta militare

Nonostante gli sforzi della MNJTF, gli attacchi jihadisti continuano a intensificarsi. L’uso di droni ha reso le basi militari più vulnerabili e aumentato la capacità di ISWAP di colpire in modo chirurgico, riducendo al minimo il rischio per i suoi combattenti. Al tempo stesso, la mancanza di tecnologie anti-drone da parte delle forze di sicurezza statali le espone a una minaccia crescente.

A peggiorare la situazione, la cooperazione regionale è ostacolata da attriti diplomatici. Il recente vertice di Maiduguri ha evidenziato le tensioni tra Nigeria, Niger e Ciad, con accuse reciproche di sabotaggio e scarsa collaborazione. Il deterioramento delle relazioni tra Nigeria e Niger, in particolare dopo il colpo di Stato militare a Niamey nel 2023, ha limitato la condivisione di intelligence e reso più difficile il coordinamento delle operazioni militari.

Quali prospettive per la sicurezza regionale?

L’avanzamento tecnologico di ISWAP impone un ripensamento delle strategie antiterrorismo nel bacino del Lago Ciad. Ma al di là della risposta militare, pare essenziale affrontare le cause profonde dell’instabilità. ISWAP sfrutta il malcontento sociale e la marginalizzazione economica per reclutare nuovi membri. Senza un piano di sviluppo per le comunità locali e una governance più efficace, il gruppo sembra destinato soltanto a rafforzarsi.
L’escalation del conflitto nel Lago Ciad è determinata anche del progressivo intensificarsi della lotta delle diverse fazioni jihadiste tra loro, soprattutto tra ISWAP, Boko Haram e un’ulteriore cellula attiva nella regione nota come JAS, acronimo di Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’awati Wal-Jihad. Ma nonostante alcune fonti locali sostengano che il trascinarsi di questo conflitto stia alla lunga indebolendo i gruppi jihadisti, le ultime indagini e report dimostrano anche come questi siano capaci di rifornirsi rapidamente e di adattarsi alle nuove tecnologie di guerra. Con conseguenze devastanti per la sicurezza e la stabilità dell’intera area. (AB)

 

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