
Khalifa Haftar ha rilasciato l’esponente dell’opposizione nigerina Mahamadou Saleh, pochi giorni dopo il suo arresto nel sud della Libia.
Lo ha riportato l’agenzia di stampa italiana Nova citando fonti nigerine che sostengono che il rilascio di Saleh sia stato influenzato da Rissa Ag Boula, un importante leader tuareg che vive a Parigi, e che esercita una notevole influenza nella regione del Sahel.
Saleh, che per due anni ha guidato un gruppo armato nella regione libica di Qatrun, è ritenuto in possesso di informazioni cruciali sui movimenti di opposizione alla giunta militare nigerina, che gode dell’appoggio russo.
Il ruolo di Macron
Secondo fonti libiche, ha avuto un ruolo importante anche il presidente francese Emmanuel Macron, che ha incontrato Haftar a Parigi il 26 febbraio, invitandolo a non estradare Saleh al consiglio militare al potere a Niamey.
La giunta nigerina rischia l’isolamento internazionale da quando ha preso il potere in un colpo di stato del luglio 2023 che ha spodestato il presidente Mohamed Bazoum.
Nuovi equilibri?
Secondo Nova, il rilascio di Saleh potrebbe spostare la dinamica del potere regionale, rafforzando le forze di opposizione del Niger, e la situazione è sottoposta a una attenta osservazione internazionale.”
L’arresto di Saleh è avvenuto nel corso di scontri a Qatrun, in un villaggio desertico nel distretto di Murzuq a circa 250 km in linea d’aria dai confini di Niger e Ciad, lungo la strada principale che collega la Libia a questi due Paesi. Scontro avvenuto tra le forze allineate al figlio di Haftar, Saddam Haftar, e quelle fedeli ad Hassan Al-Zadama.
Secondo quanto riferito, la disputa è scoppiata dopo che le forze di Al-Zadama si sono rifiutate di consegnare le armi alla polizia militare, provocando scontri violenti, distruzione di case e interruzioni delle principali rotte commerciali che collegano Libia, Niger e Ciad.
Operazioni di Enl nella regione
L’operazione dell’Esercito nazionale libico (Enl), controllato dalla famiglia Haftar, rientra nella più ampia campagna di sicurezza della regione diventata un punto caldo per gli insorti transfrontalieri, i trafficanti di esseri umani e i gruppi di opposizione armata dei paesi vicini.
Il sud della Libia è stato a lungo un rifugio per le attività militanti, con gruppi che hanno approfittato del vasto paesaggio desertico e della debole presenza dello stato.
Territorio di scorribande
Il crollo dell’autorità centrale libica dopo la rivolta del 2011 ha permesso a fazioni armate provenienti da Niger, Ciad, Sudan e Mali di espandere le proprie operazioni all’interno dei confini libici.
Molti di questi gruppi sono stati collegati al contrabbando, al traffico di armi e alla criminalità organizzata, alimentando l’instabilità nella regione del Sahel.
Haftar e Africom
Ma Haftar si muove a diversi livelli. Ieri il federmaresciallo ha incontrato a Bengasi, il generale John Brennan che ha guidato una delegazione di alto livello di Africom, il comando militare statunitense responsabile dell’Africa .
Era l’ultima tappa dopo essere stato anche a Tripoli. La missione, guidata dal vice comandante di Africom, il generale a tre stelle Brennan, si è svolta in un contesto di crescenti voci sull’espansione della presenza militare russa in Libia, fenomeno osservato con preoccupazione dopo la caduta del regime siriano di Bashar al Assad.
Africom ridimensionato?
Ma la domanda che molti si pongono è quale ruolo avrà da ora in poi Africom visto il disimpegno annunciato in Africa dell’amministrazione Trump.
La rete televisiva NBC ha trasmesso un servizio in cui rivela come il governo americano voglia ridimensionare il dipartimento militare che supervisiona le truppe statunitensi nel continente. Non è chiaro se ciò significherà meno attacchi con i droni.