Madagascar: la società civile denuncia la deriva autoritaria del Parlamento
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Le leggi approvate senza consultazione e rese pubbliche solo dopo il voto. Le organizzazioni chiedono una norma sull'accesso alle informazioni, attesa da 18 anni
Madagascar: la società civile denuncia la deriva autoritaria del Parlamento
17 Giugno 2025
Articolo di Redazione
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Negli ultimi anni in Madagascar si sono moltiplicati vari progetti di legge elaborati senza consultazione e resi pubblici solo dopo essere stati votati. Una pratica denunciata questa settimana in un comunicato stampa da numerose organizzazioni della società civile impegnate per la trasparenza.

Le associazioni chiedono tra l’altro che venga introdotta l’adozione di una legge sull’accesso alle informazioni, attesa da ben 18 anni.

Un consulente che opera per l’advocacy dell’ONG Ivorary ha affermato: «Approvare leggi in fretta, quasi di nascosto, senza una consultazione preventiva o una valutazione d’impatto sta diventando una prassi normale. È preoccupante, perché è un segno di cattiva governance. Ma soprattutto, impedisce ai cittadini di far sentire la propria voce».

Ad esempio, tra le leggi recentemente adottate senza previa pubblicazione figurano la legge sui centri anticorruzione, la legge sulla castrazione chirurgica e il progetto preliminare di riforma delle finanze pubbliche.

E l’ultimo caso: alcuni cittadini sono stati arrestati per aver condiviso un progetto di riforma elettorale proposto dal Senato, classificato come “riservato” secondo le denunce presentate. In altre parole, qualunque cosa l’esecutivo decida, può farla, quando vuole, e in tempi record.

Ciò significa che non c’è più alcun potere di controllo che possa limitare le iniziative governative e, in effetti, in Madagascar l’impressione è che si vada verso l’instaurazione di un regime dispotico.

Molti temono il rischio che la Grande Isola diventi una classica “repubblica delle banane”, con i politici più influenti – come il generale Richard Ravalomanana, già capo della gendarmeria, nominato presidente del Senato nel 2023 dal Capo dello stato Andry Rajoelina, e l’affarista Mamy Ravatomanga, stretto consigliere del presidente -, miranti secondo gli oppositori a governare il paese con il pugno di ferro.

Giunto al potere, Ravalomanana approvò un forte aumento del bilancio per il Senato e ai senatori furono offerti veicoli di lusso. Un fatto che rivela il suo chiaro obiettivo: servirsi del Senato per consolidare il potere del presidente ed eliminare chi cerca trasparenza nella vita pubblica.

Le associazioni che hanno presentato denuncia contro il governo insistono che le istituzioni governative devono cessare di essere strumenti di repressione e servire l’interesse pubblico in totale trasparenza. Nella loro dichiarazione ribadiscono che il popolo malgascio ha il diritto di esigere leader onesti e responsabili.

I giornalisti devono essere in grado di raccogliere informazioni affidabili a livello ministeriale. La Repubblica malgascia, secondo la denuncia della società civile, “non è destinata a durare con questo regime canaglia, corrotto e mafioso”.

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