Maranza di tutto il mondo unitevi
Libri
Houria Bouteldja
Maranza di tutto il mondo unitevi! Per un’alleanza dei barbari nelle periferie
DeriveApprodi 2024, pp. 160, € 17,00
06 Marzo 2025
Articolo di Arianna Baldi
Tempo di lettura 3 minuti

Ha fatto il giro delle testate italiane per il suo titolo provocatorio e, secondo alcuni, pericoloso. Ha indignato tanto da indurre qualcuno a sperare che fosse ritirato dal mercato. Eppure, per chi veramente avesse letto Maranza di tutto il mondo unitevi! Per un’alleanza dei barbari nelle periferie, dovrebbe apparire chiaro che non si tratta di un libro di mero incitamento alla rivolta.

Bouteldja offre un solido testo critico dove, a partire da Marx, Gramsci, Aimé Cesaire e C.L.R. James, traccia un profilo lucido e chiarissimo di come si è costruito nel corso della storia lo stato razziale integrale, a partire dalla strutturazione delle politiche schiaviste. Qui va fatta una piccola precisazione: è un testo che concentra la propria analisi soprattutto sullo stato francese.

Ma il percorso che viene tracciato è universalmente utile per chiunque volesse affinare le proprie conoscenze sull’intreccio intrinseco di razza e capitalismo e sul “contratto razziale” che ancora permea le nostre società e che tanto giova alle destre.

Il titolo in lingua originale infatti, per quanto inalterato nel suo significato globale, presenta una differenza sostanziale ma intraducibile nella sua essenza: Beaufs et barbares, che in italiano si potrebbe rendere più o meno come “bifolchi e barbari”, dove però beaufs, cioè bifolchi, ha una connotazione storica e sociale specifica e fa riferimento alla classe composta dai proletari bianchi.

Un dettaglio non irrilevante, se si considera che uno degli assunti fondamentali del libro è che la lotta tra le razze sia una modalità di lotta di classe (e viceversa) e che il razzismo in quanto tale sia un prodotto diretto dalla formazione dello stato nazione di stampo capitalista, che si è servito della discriminazione e marginalizzazione sistematica delle persone nere (e non solo) per, banalizzando, creare maggiore coesione sociale interna tra le persone bianche e garantirsi così il mantenimento di un potere dall’alto.

Tutti presupposti che enunciati così potrebbero sembrare anche decostruibili, ma che vengono ampiamente argomentati ed esemplificati capitolo per capitolo, paragrafo per paragrafo. A chi legge, viene offerta una prospettiva di certo spigolosa, ma preziosa per interpretare il tempo in cui viviamo, e la densità di trasformazioni a cui assistiamo.

Per cui anche il termine “maranza”, adottato dall’edizione italiana, non è affatto fuori luogo. Nato per riferirsi ai giovani immigrati o con background migratorio delle periferie, soprattutto di origini nordafricane, in modo dispregiativo, oggi è usato in senso esteso per indicare chi viene considerato “tamarro”. Ma nel caso di Bouteldja lo si può considerare ancora legato al suo significato originale.

E se in Italia non abbiamo la banlieue francesi, è pur vero che urge sempre di più una riflessione strutturale sulle condizioni del sottoproletariato rappresentato dalle persone razzializzate che abitano ai margini tanto delle città quanto della società.

Leggere Maranza di tutto il mondo unitevi! è importante per comprendere il sostrato politico, storico e filosofico che ruota intorno alle vite di persone come Ramy Elgami, morto a Milano nel quartiere di Corvetto lo scorso 24 novembre in seguito ad un inseguimento da parte delle forze dell’ordine. È importante per non banalizzare la rabbia delle persone che protestano gridando al “razzismo sistemico” della nostra società.

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