“Gli stadi ci sono, ma dove sono gli ospedali?” Questo è lo slogan che la GenZ marocchina, sotto il nome di GenZ212, intona dal 27 settembre nelle strade per protestare contro la situazione sociale ed economica nel paese.
Ad accendere la miccia è stata la morte di sei donne dopo un parto cesareo all’ospedale regionale Hassan II di Agadir. Intanto il Marocco sta investendo 320 milioni di dollari nella costruzione del Grande Stadio Hassan II, nella wilaya (distretto) di Benslimane. L’obiettivo è renderlo il più grande stadio al mondo.
Il movimento ha comunicato sulla sua pagina Facebook che oggi si riunirà a protestare alle 18, ora locale, nelle piazze principali di Rabat, Casablanca, Tangeri, Inzegan, Tétouan, Fès, Nador, Oujda, Gerada e Marrakech.
Il movimento e le prime repressioni
La GenZ, cioè la generazione di nati tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2010, si sta sollevando anche in Marocco.
Su Facebook, Instagram, X e Tik Tok si chiamano “GenZ212”, con riferimento al prefisso telefonico internazionale del Marocco (+212). Il loro nome, come dichiarano sul loro sito web, mira a “simboleggiare unità e azione per il futuro del paese”.
La prima cabina di regia delle proteste si è avuta sulla piattaforma di comunicazione online Discord – in origine utilizzata dagli appassionati di videogiochi -, un luogo di discussione dove il movimento si coordina e confronta. Al momento, il gruppo conta più di 86mila membri.
Il primo incontro fisico è avvenuto il 27 settembre, quando i giovani sono scesi nelle piazze di Agadir, Rabat e Marrakech per chiedere riforme immediate nei settori della sanità, dell’istruzione e del lavoro. Anche la lotta alla corruzione è tra i temi cardine delle manifestazioni.
Il movimento ha proseguito con le proprie rivendicazioni nei giorni successivi, pur venendo interdetto in alcune città – come Casablanca e Rabat – e bersagliato dalla Direzione generale della sicurezza nazionale (DGSN) che, anche in borghese, ha proceduto insieme a forze ausiliarie con un’ondata di arresti.
Il quotidiano marocchino Le Desk riporta che il 27 sono stati arrestati a Tangeri, Rabat e Casablanca sia degli attivisti mentre venivano intervistati dalla stampa locale, sia degli esponenti politici di partiti di sinistra, come Farouk Mehdaoui della Fédération de la gauche démocratique (FGD). L’Associazione marocchina dei diritti umani – sezione di Rabat – stima che ieri, alle ore 20, si contavano più di 60 persone arrestate.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso
A scaturire le proteste è stato il decesso in una sola settimana di sei donne che avevano affrontato un parto cesareo all’ospedale regionale Hassan II di Agadir.
Secondo Maghreb Times, la probabile causa dei decessi è da far risalire all’alotano, un farmaco anestetico che viene somministrato negli interventi chirurgici. Un difetto nella catena di refrigerazione dell’ospedale ne avrebbe provocato il deterioramento, e dunque la perdita di efficacia. Così, i medici hanno iniettato il doppio della dose prevista, provocando il decesso delle partorienti.
Il 10 e il 15 settembre i cittadini si sono radunati davanti all’ospedale per denunciare la grave situazione in cui versa l’Hassan II, tra carenza di personale, sovraffollamento di pazienti e apparecchiature mediche danneggiate. Il deputato Khaled al-Shanaq del partito nazionalista Istiqlal (“partito dell’indipendenza”, centro-destra) ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Amine Tahraoui sulla “situazione allarmante dell’ospedale”.
La disoccupazione e i fondi investiti negli stadi
Mentre lo stato della sanità è sotto accusa nel paese, il lavoro e l’istruzione sono tra gli altri settori che creano profondo malcontento tra la popolazione.
Secondo i dati dell’Alto commissariato alla pianificazione marocchino, nel secondo trimestre 2025 si stima un tasso di disoccupazione pari al 12,8% a livello nazionale, laddove nelle aree urbane si assesta al 16,4%, mentre in quelle rurali al 6,2%. A patire maggiormente la disoccupazione sono proprio i giovani tra i 15 e i 24 anni (35,8%), il cui tasso è pari al 48,4% nelle città e al 21,4% nelle aree rurali.
Il 19% dei laureati risulta disoccupato. Salendo di età, il tasso di disoccupazione tra i 25 e i 34 anni nelle aree urbane e rurali raggiunge rispettivamente il 26,2% e il 9,1%. Tutto ciò contraddice la promessa del governo del premier Aziz Akhannouch di creare 1 milione di posti di lavoro in cinque anni, una media di 200mila posti all’anno, spiega Al Araby.
Innanzi a un tale stato di cose, la GenZ marocchina accusa il governo di spendere i fondi statali in grandi progetti infrastrutturali che non soddisfano i bisogni fondamentali della popolazione. Come la costruzione a Casablanca del Grande Stadio Hassan II che dovrebbe essere pronto entro dicembre 2027. A questo si aggiunge l’edificazione di altri stadi sportivi e l’erogazione di risorse per la preparazione di eventi internazionali come la Coppa del Mondo FIFA 2030.
L’appuntamento di oggi
Il movimento GenZ212, slegato da ogni affiliazione partitica, è guidato da una chiara agenda: essere uniti per dare un futuro migliore al Marocco. Oggi si riunirà alle 18, ora locale, nelle piazze principali di Rabat, Casablanca, Tangeri, Inzegan, Tétouan, Fès, Nador, Oujda, Gerada e Marrakech per appellarsi al cambiamento.