Migranti: l’Europa studia l’accoglienza di Palermo - Nigrizia
Migrazioni
Il Progetto Global Answer monitora le buone pratiche per farne modelli inclusivi da esportare
Migranti: l’Europa studia l’accoglienza di Palermo
07 Febbraio 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
Crediti: Sai - Comune di Palermo

Tre progetti del Sistema accoglienza integrazione (Sai) del Comune di Palermo sono stati al centro di una settimana di studio a Granada. Cinquanta, tra ricercatori universitari e professionisti del settore del lavoro sociale e mobilità umana, si sono dedicati allo studio di questa buona pratica italiana, messa al centro del Progetto Global Answer. Una rete di ricerca internazionale, finanziata dall’Unione europea, con l’obiettivo di identificare le migliori pratiche del continente volte a migliorare l’inclusione delle persone migranti.

I cinquanta, provenienti da Madrid, Roma, Firenze, Lund e Växjö, si sono incontrati per collaborare e scambiare esperienze. Il meeting spagnolo mette insieme le università di Granada, Comillas, Firenze, Palermo, Lund e Linnaeus, i comuni di Granada e Palermo e gli enti del terzo settore (Red Acoje, Oxfam-Italia, FNAS di Roma). La finalità è arrivare a definire un modello di innovazione sociale che, partendo dalle esperienze locali, possa offrire alle istituzioni europee delle buone pratiche da promuovere.

Il Sai di Palermo, individuato tra queste, per la capacità di promuovere l’autodeterminazione e l’autonomia delle persone migranti inserite, mette insieme tre progetti: il Sai Msna (minori stranieri non accompagnati) che accoglie 200 tra ragazzi e ragazzi minori; il Sai Ordinari, che comprende 181 persone adulte, comprese le famiglie anche monoparentali con bambine e bambini; il Sai Ds/Dm che riguarda quattro persone con particolari vulnerabilità e disabilità.

Tutti progetti oggi all’attenzione della rete europea come esempi di accoglienza integrata che mettono insieme oltre all’ente comune, undici realtà del terzo settore.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it