Migranti: vertice Italia-Libia per i rimpatri volontari - Nigrizia
Italia Libia Migrazioni Politica e Società
Piantedosi incontra Trabelsi per accordarsi sui respingimenti legalizzati. Il libico chiede investimenti europei
Migranti: vertice Italia-Libia per i rimpatri volontari
28 Febbraio 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e quello libico Imad Trabelsi (Credit: profilo X del Viminale)

L’incontro al vertice tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il suo pari ruolo libico, Imad Trabelsi, avviene il 27 febbraio al Viminale.

Ed è il primo incontro ufficiale dopo quel pasticciaccio brutto del caso Almasri, il generale accusato di omicidi e torture e per questo ricercato lungo tutto il globo terracqueo dalla Corte penale internazionale (CPI). Riaccompagnato a casa con volo di Stato dall’Italia, perché le carte, scritte in inglese, a sentire il ministro della Giustizia Carlo Nordio, hanno messo in difficoltà i nostri uffici.

Fulcro del vertice ministeriale l’immigrazione e, soprattutto, i rimpatri volontari assistiti dalla Libia verso i paesi di origine di chi, migrante, vive la detenzione nei lager libici.

Rimpatri, portati avanti dalle agenzie delle Nazioni Unite OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e UNHCR (l’Alto commissariato ONU per le persone rifugiate), secondo un’intesa siglata, ancora dieci anni fa, dall’allora ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti, fautore anche dell’ormai famoso Memorandum Italia-Libia.

Trabelsi chiede maggiori finanziamenti, non solo italiani ma europei, per questi rimpatri volontari assistiti che, solo lo scorso anno, secondo quanto dichiarato da OIM, avrebbero riportato a casa 80mila persone. E per i quali, sempre nel 2024, il ministero degli Esteri italiano, che finanzia il progetto OIM di supporto ai migranti vulnerabili presenti nel territorio africano (Multi-sectoral support for vulnerable migrants in Libya), ha speso 7 milioni di euro, uno dei quali a supporto proprio della voce rimpatri volontari.

Voce da sempre contestata da tutte le sigle che si occupano di migrazione. Dietro la volontarietà del ritorno a casa, dicono ASGI, ActionAid, A Buon Diritto, Lucha y Siesta, Differenza Donna, Le Carbet e Spazi Circolari vi sono in realtà respingimenti mascherati. Utilizzati per svuotare un po’ quei lager gestiti dallo stesso governo di unità nazionale che poi tratta con le istituzioni italiane.

Tant’è vero che le stesse sette sigle, il 18 novembre dello scorso anno, hanno presentato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio un ricorso in cui si chiede uno stop a tali finanziamenti, frutto di un’intesa biennale cominciata il primo luglio 2024, con scadenza 30 giugno 2026.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it