
Il 2025 comincia con l’ennesimo boccone amaro per la Francia in Africa occidentale, già costretta al ritiro dei suoi contingenti militari da Burkina Faso, Mali, Niger e Ciad, sull’onda di un crescente sentimento antioccidentale, e ora anche da Senegal e Costa d’Avorio.
Sono stati proprio i presidenti di questi ultimi due paesi ad annunciare, in occasione dei rispettivi discorsi di fine anno alla nazione, di aver messo alla porta l’ex potenza coloniale.
«Possiamo essere orgogliosi del nostro esercito, la cui modernizzazione è ormai effettiva. È in questo contesto che abbiamo deciso il ritiro concertato e organizzato delle forze francesi dalla Costa d’Avorio (un contingente di 600 uomini, ndr)», ha detto Alassane Ouattara, aggiungendo che entro la fine del mese la base militare di Port-Bouet, gestita dall’esercito francese nella capitale Abidjan, sarà consegnata alle truppe ivoriane.
Sulla stessa linea il presidente senegalese Bassirou Dioumaye Faye. «Ho incaricato il ministro delle Forze armate – ha dichiarato Faye – di proporre una nuova dottrina per la cooperazione in difesa e sicurezza, che implichi, tra le altre conseguenze, la fine di tutte le presenze militari straniere in Senegal dal 2025».
Una decisione – già anticipata a novembre in un’intervista all’agenzia AFP – che colpisce unicamente Parigi, che ha tre basi militari nel paese con un contingente di circa 350 uomini, visto che non sono stanziati in Senegal altri militari stranieri.
Con il ritiro da Costa d’Avorio e Senegal, alla Francia in Africa restano quindi soltanto i 350 soldati presenti in Gabon e i 1.500 di stanza a Gibuti.
Allontanata senza troppe cerimonie dalle sue storiche roccaforti nei paesi del Sahel e dell’Africa occidentale e centrale, avvicinatisi sempre più alla Russia, è proprio a Gibuti e al Corno d’Africa che Parigi guarda con rinnovato interesse.
Lo conferma la recente visita di Macron in Etiopia e proprio a Gibuti, dove il presidente francese ha annunciato il potenziamento della base navale di Héron che, sarà «reinventata» per assumere un ruolo di maggior rilievo come «punto di proiezione» per le missioni del paese in Africa.
Una scelta strategica che, ha annunciato il presidente francese, rientra nel progetto di «ristrutturazione dell’approccio di Parigi al continente africano». Un approccio che ora guarda sempre più a oriente.