I ministri degli Esteri dell’AES volano in Russia - Nigrizia
Burkina Faso Conflitti e Terrorismo Mali Niger Russia
Isolate in ambito regionale e internazionale le giunte militari di Mali, Niger e Burkina Faso rinsaldano i legami con Mosca
I ministri degli Esteri dell’AES volano in Russia
02 Aprile 2025
Articolo di Redazione
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I presidenti delle giunte militari al potere in Mali, Niger e Burkina Faso (da sinistra) Assimi Goita, Abdourahamane Tchiani e Ibrahim Traoré (Credit: ISS/CC 4.0 International)

Si rafforza la cooperazione tra l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) e la Russia. Rispondendo all’invito del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ministri degli Esteri di Mali (Abdoulaye Diop), Niger (Bakary Yaou Sangare) e Burkina Faso (Karamoko Jean-Marie Traore) saranno a Mosca il 3 e 4 aprile per il primo vertice AES-Russia.

Il comunicato congiunto che ne dà notizia parla di “un passo significativo nella costruzione di una cooperazione pratica, dinamica e forte e di una partnership strategica” tra il neonato blocco saheliano e il Cremlino.

“Questo incontro – si legge ancora – riflette l’impegno condiviso dei capi di stato dell’AES e della Federazione Russa ad ampliare la loro partnership e il dialogo politico a livello confederale e a metterli al centro della loro agenda diplomatica, di sviluppo e di difesa, al fine di affrontare le profonde aspirazioni delle popolazioni della regione dell’AES”.

La confederazione dei tre stati guidati da giunte militari salite al potere con dei golpe tra il 2020 e il 2023 è nata ufficialmente lo scorso anno. Alla base delle politiche comuni c’è il drastico allontanamento dalla Francia, l’ex potenza coloniale, – ma anche dall’Europa e dall’Occidente in generale – e il consolidamento dei legami con Mosca.

Dopo l’isolamento seguito al ritiro dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS) e dall’Organizzazione internazionale della francofonia (OIF), i tre stati paiono ora più che mai dipendenti dal sostegno russo.

In particolare per quanto riguarda la lotta al terrorismo jihadista che sta continuando a radicarsi e ad espandersi in tutto il Sahel. In Mali, secondo l’Indice Globale sul Terrorismo 2025, dopo i colpi di stato del 2020 e 2021 i gruppi legati alla Stato islamico (IS-Sahel) hanno raddoppiato la superfice di territorio che controllano nei settori meridionale e orientale, proprio vicino ai confini con Burkina Faso e Niger.

L’utilizzo di strumenti d’attacco sempre più sofisticati e potenti – come l’uso di droni armati e fucili di precisione, tra cui gli Orsis T-5000 che sono tra l’altro di fabbricazione russa – da parte dei terroristi, spinge le giunte di AES, in grave difficoltà anche dal punto di vista finanziario dopo il taglio degli aiuti regionali e internazionali, a guardare al Cremlino anche per il supporto militare, che Mosca fornisce anche attraverso il dispiegamento dei paramilitari African Corps e Wagner.

Tra i progetti dell’Allenza c’è, non a caso anche il rafforzamento militare con la creazione di una forza congiunta di circa 5mila uomini in chiave anti-terrorista.

La controparte per Mosca non è solo il controllo politico di vasti territori strategici, ma anche quello di importanti risorse minerarie, tra cui oro e uranio.  

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