I semi del Brera iniziano a germogliare anche in Africa. Il Tchumene, la squadra mozambicana del Brera Calcio, infatti, ha staccato il pass per il Moçambola, la Serie A locale. Il prestigioso e importante traguardo è stato raggiunto il 25 novembre, grazie alla vittoria per 1-0 nel ritorno della finale play-off zona Sud contro il Desportivo da Matola. La rete segnata da Julio Carréllo ha certificato un risultato già ipotecato con la gara d’andata vinta in trasferta per 3-1 grazie alle reti di Adinane, Anacleto e Romão.
La promozione del Brera Tchumene è il primo importante successo dell’operazione internazionale del Brera. Da diversi anni, ormai, la terza squadra di Milano ha scelto la strada del professionismo, ma lo ha fatto in maniera alternativa, creando un network di società con ramificazioni in tutto il mondo. Diverse le squadre rilevate nell’ultimo periodo dal sodalizio meneghino, ad ogni latitudine: dal Brera Strumica presieduto da Goran Pandev, che già milita nella Prva Liga della Macedonia del Nord, al Brera Ilch, che esordirà a inizio 2024 nella Prima divisione della Mongolia, fino ad arrivare al Brera Tchumene, new entry del prossimo Moçambola, il massimo torneo mozambicano.
Un risiko calcistico
Questo progetto, che somiglia più ad una sorta di risiko calcistico con il pallone sullo sfondo, ha cominciato a prendere forma circa tre anni fa, con l’ingresso in società di un gruppo di investitori americani, tra cui il noto imprenditore statunitense Chris Gardner, l’autore del libro La ricerca della felicità, da cui è stato tratto il celebre film cult con Will Smith.
L’obiettivo dichiarato della società neroverde, controllata dalla Brera Holdings – quotata anche al Nasdaq – è quello di dare un’identità al brand, partecipando attivamente allo sviluppo calcistico di paesi in cui il professionismo non ha ancora diritto di cittadinanza. «L’idea è creare un brand unitario e unificato guardando a esperienze analoghe sul piano internazionale», spiegava Sergio Scalpelli, l’ex amministratore delegato del club, in un’intervista al portale linkiesta.it.
Mozambico e i legami con l’Italia
Europa, Asia e ovviamente anche Africa. Dopo una serie di attente valutazioni, con anche l’opzione Gambia sul tavolo, la scelta è ricaduta sul Mozambico. Un paese che vanta importanti legami con il nostro paese: nel 1992, il trattato di pace che ha posto fine a oltre 10 anni di guerra civile, è stato firmato a Roma, con la determinante mediazione della Comunità di Sant’Egidio.
Più recentemente, invece, sono stati sottoscritti importanti accordi sulle risorse energetiche tra l’Eni e il governo locale, con tanto di viaggio della premier Giorgia Meloni nel paese africano. Di tutto ciò, l’ex ad del Brera era perfettamente consapevole: «In alcuni di questi paesi investono aziende italiane interessate a favorire la presenza di un marchio italiano», ha specificato sempre a linkiesta.it
Lo sbarco del brand milanese in Africa si è rivelato immediatamente un successo. Il Brera Tchumene, una squadra estremamente giovane e ricca di talenti locali – alcuni dei quali nell’orbita delle nazionali giovanili del Mozambico – si è reso protagonista di una vera e propria marcia trionfale, riuscendo a compiere il grande salto nel Mocambola al primo tentativo.
Nelle intenzioni del club, però, questo non è un traguardo, ma solamente un punto di partenza. Le ambizioni per il futuro non mancano, L’obiettivo è crescere sotto tutti gli aspetti, come ha spiegato Paolo Bertaccini, consigliere finanziario di Brera Holdings. «Continueremo a sostenere la crescita del Brera Tchumene a livello finanziario, sportivo e sociale».