Mozambico: TotalEnergies sotto inchiesta per omicidio colposo
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Un’inchiesta giudiziaria in Francia getta nuova luce sulle responsabilità del gigante petrolifero nell'attacco jihadista del 2021 a Palma
Mozambico: TotalEnergies sotto inchiesta per omicidio colposo
Il progetto Mozambique LNG, già sospeso per motivi di sicurezza, è ora al centro di polemiche per i finanziamenti controversi e le accuse di violazione dei diritti umani. Il coinvolgimento di istituzioni finanziarie italiane come SACE e Cassa depositi e prestiti aggiunge un ulteriore elemento di complessità alla vicenda
21 Marzo 2025
Articolo di Luca Manes (ReCommon)
Tempo di lettura 3 minuti

La Reuters ha riportato in questi giorni che il gigante petrolifero transalpino TotalEnergies è attualmente oggetto di un’indagine giudiziaria in Francia per omicidio colposo e omissione di soccorso nei confronti di persone in pericolo, in relazione a un attacco jihadista in Mozambico occorso nel marzo del 2021.

L’indagine segue l’apertura di un’inchiesta preliminare da parte della procura di Nanterre nel maggio 2024. Nell’ottobre 2023, sette sopravvissuti e familiari delle vittime dell’attacco nella provincia di Palma avevano presentato una denuncia.

Le accuse e la risposta di TotalEnergies

I querelanti accusano TotalEnergies di non aver garantito la sicurezza dei suoi subappaltatori. All’epoca, la multinazionale francese stava sviluppando il suo mega-progetto per lo sfruttamento di un giacimento di gas naturale nella penisola di Afungi, denominato Mozambique LNG. L’attacco, di cui il gruppo Ahlu Sunna Wal Jammah (o al-Shabaab) ha rivendicato la responsabilità, è durato diversi giorni.

“L’apertura di questa indagine giudiziaria è un passo decisivo per le vittime del massacro di Palma in Mozambico (…) I nostri clienti sono ansiosi di essere ascoltati in un caso che è emblematico della prevalenza delle considerazioni economiche sulle vite umane”, hanno dichiarato gli avvocati dei querelanti, mentre TotalEnergies ha confermato di essere a conoscenza dell’indagine e ha dichiarato che coopererà con le autorità, respingendo però ogni accusa.

Il prestito di EximBank e le critiche delle ong

L’attività di Mozambique LNG è stata sospesa dopo l’attacco, quindi ormai da ben quattro anni, per cause di “forza maggiore”, ma la multinazionale preme affinché la costruzione riprenda. Non a caso l’agenzia statunitense di credito all’esportazione, la EximBank, lo scorso 13 marzo ha approvato un prestito di 4,7 miliardi di dollari a TotalEnergies proprio per Mozambique LNG, almeno secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Financial Times, il quale citava come fonte il ministero dell’Energia del Mozambico.

Questo prestito era stato inizialmente concesso nel 2020, durante il primo mandato di Donald Trump. Ma era necessario modificarlo per “fissare la data di completamento al 2030”, visto che nel 2021 “avevamo dovuto fermarci”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Bloomberg l’amministratore delegato di TotalEnergies Patrick Pouyanné. L’inizio della produzione è ora previsto nel 2029 o nel 2030, anziché nel 2028.

Diverse ong, tra cui Justica Ambiental, Reclaim Finance, Friends of the Earth e ReCommon, hanno esortato gli altri finanziatori, come le banche francesi Crédit Agricole e Société Générale, a “rifiutarsi di seguire questo esempio tossico e irresponsabile” e a opporsi alla ripresa del progetto, definito una “bomba climatica” e associato a “numerose accuse di violazione dei diritti umani”.

Ulteriori indagini e accuse

Il comunicato stampa menzionava anche l’inchiesta giornalistica condotta dal giornalista indipendente Alex Perry, e pubblicata nell’ottobre del 2024 su Politico, in cui si adombrava la possibilità che la multinazionale transalpina fosse stata a conoscenza delle violazioni dei diritti umani commesse dai militari mozambicani in occasione del cosiddetto “massacro dei container” dell’estate del 2021, che potrebbero configurarsi come crimini di guerra.

Il coinvolgimento italiano e le controversie

Nonostante questo contesto così deteriorato e complesso, vale la pena ricordare che SACE e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), due istituzioni finanziarie dello stato italiano, sono ancora coinvolte in Mozambique LNG, come si è potuto apprendere dalla risposta del governo all’interpellanza urgente sulla questione presentata dall’onorevole Angelo Bonelli lo scorso 24 gennaio.

Già a gennaio 2024, nel silenzio più totale, SACE aveva giudicato favorevolmente l’emissione di una garanzia sui prestiti per 950 milioni di euro, tra cui quello di CDP che ammonta a 650 milioni di euro, senza aver svolto ulteriori valutazioni di natura ambientale e, soprattutto, sociale, dopo quelle di giugno 2017.

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