Nasce in Ghana un centro di eccellenza per la ricerca sul cancro
Ghana Salute
Nonostante l’Africa abbia uno dei più alti tassi di mortalità per tumori al mondo, i pazienti africani sono poco studiati e scarsamente rappresentati nella ricerca
Nasce in Ghana un centro di eccellenza africano per la ricerca sul cancro
Il progetto African Cancer Atlas si propone di affrontare la forte sottorappresentazione dei dati genomici africani nella ricerca globale sul cancro creando il database di geni più completo al mondo incentrato sulle popolazioni del continente
09 Aprile 2025
Articolo di Antonella Sinopoli
Tempo di lettura 4 minuti

L’Africa ha uno dei tassi di mortalità per cancro più alti al mondo. Secondo il Cancer Atlas si stima che nel 2018 nell’Africa subsahariana si siano verificati 752mila nuovi casi (il 4% del totale globale) e 506mila decessi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma i numeri: ogni anno in Africa si verificano circa 1,1 milioni di nuovi casi, con circa 700mila decessi. Dati che mostrano un aumento considerevole della mortalità.

Sebbene il peso complessivo nella regione sia dato dai tumori al seno, alla cervice e alla prostata, il profilo del cancro nell’Africa subsahariana è piuttosto diversificato. In ogni caso, ci sono aree in cui fino al 50% dei tumori diagnosticati sono ampiamente prevenibili.

Ovvio dunque che la prevenzione primaria rimanga fondamentale attraverso un migliore accesso alla diagnosi e al trattamento, comprese, nei casi estremi, le cure palliative. E per questo, fondamentale è anche la ricerca.

L’incidenza del cancro nel continente, infatti raddoppierà entro il 2040, sottolinea un gruppo di studiosi impegnati sul campo. Nonostante questo carico sproporzionato di malattia, i pazienti africani sono poco studiati lungo il continuum della malattia.

E significativamente sottorappresentati nella ricerca, rappresentando tra il 2 e il 3% dei dati genomici disponibili a livello globale e come conseguenza hanno anche meno accesso ai progressi nella medicina in questo campo.

È per colmare questa lacuna, che è nato il progetto African Cancer Atlas. “Si tratta – spiegano i fondatori – di un approccio incentrato sull’Africa per superare le disuguaglianze, fornendo dati biologici e clinici, ma anche cercando di identificare e affrontare i determinanti sociali di tali disuguaglianze sia all’interno del continente che tra paesi ad alto e medio reddito”.

All’origine di questa iniziativa c’è la Yemaachi Biotech, azienda pionieristica di ricerca genomica con sede ad Accra, in Ghana, sostenuta da partner internazionali e che recentemente ha annunciato una partnership con Roche proprio per lanciare l’African Cancer Atlas (TACA).

Azienda tra l’altro caratterizzata dalla presenza in maggioranza di giovani tra i 25 e i 30 anni provenienti da tutto il continente e dove più della metà della forza lavoro è composta da donne.

Lo scopo del TACA, quindi, è affrontare la significativa sottorappresentazione dei dati genomici africani nella ricerca globale sul cancro creando il database genomico più completo al mondo incentrato sulle popolazioni africane, fornendo così un set di dati fondamentali.

“L’African Cancer Atlas non significherà però solo colmare una lacuna nei dati ma riguarda la creazione di un modello per una ricerca inclusiva ed equa”, ha affermato Yaw Bediako, CEO di Yemaachi Biotech.

Vale a dire: lavorare alla ricerca e catalogazione della diversità genomica dell’Africa aiuterà a comprendere il cancro e a sviluppare trattamenti innovativi a livello globale, ma fornisce anche un forte esempio di leadership africana nelle ricerche di rilevanza globale.

Attualmente, dicevamo, i dati genomici africani rappresentano meno del 3% dei set di dati globali, nonostante gli africani rappresentino il 17% della popolazione mondiale e possiedano i genomi più diversificati al mondo. Una disparità che, dicono i ricercatori, ha limitato la comprensione globale della biologia del cancro e il suo trattamento, in particolare per le popolazioni africane.

TACA genererà dati genomici e clinici di 7.500 pazienti africani affetti da cancro, identificando fino a 15mila genomi. Questi dati forniranno approfondimenti senza precedenti sulla biologia del cancro nelle popolazioni africane, identificando nuovi biomarcatori e terapie.

L’operazione TACA opererà attraverso un consorzio di partner farmaceutici in nove differenti paesi: Senegal, Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria, Kenya, Uganda, Zimbabwe, Sudafrica e Tunisia. A detta dei professionisti sul campo, se il cancro non fa distinzioni tra aree geografiche o classi socioeconomiche la ricerca e quindi le cure questa distinzione la fanno.

Ricercatori ghanesi, tra cui il professor Yaw Bediako, sottolineano la carenza assoluta di studi sul genoma africano, frutto, dicono, di razzismo. La TACA svilupperà sistemi che integrano genomica, demografia molecolare e dati clinici con un portale accessibile per l’accesso ai dati da parte della più ampia comunità scientifica.

In definitiva, questo progetto contribuirà a una migliore comprensione del cancro tra le persone africane e di discendenza africana e renderà l’oncologia di precisione più efficace per popolazioni diverse.

Infine, l’iniziativa includerà un sottoinsieme di dati sui bambini. Si stima che l’85% dei tumori pediatrici si verifichi nei paesi a basso e medio reddito con tassi di sopravvivenza stimati al 30%, rispetto all’80% tra i bambini che vivono in quelli ad alto reddito.

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