Niger: il generale Tiani accentra il potere con la nuova Costituzione
Niger Politica e Società
Il leader della giunta militare giura come capo dello stato. Transizione di almeno cinque anni e basi straniere solo con referendum
Niger: il generale Tiani accentra il suo potere con la nuova Costituzione
27 Marzo 2025
Articolo di Redazione
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Uno scorcio della torre Waqf a Niamey, la capitale nigerina - foto d'illustraione

Accompagnata da una solenne cerimonia di investitura, la promulgazione della Carta per la Rifondazione del Niger segna ufficialmente l’inizio di una nuova fase politica per il paese. Il generale Abdourahamane Tiani, già leader della giunta militare al potere, assume ora formalmente il ruolo di presidente della Repubblica e di capo delle forze armate. È stata la tappa conclusiva di un riassetto istituzionale deciso cone le assisi nazionali concluse a fine febbraio scorso. 

Una transizione di almeno cinque anni

Tiani, promosso generale a cinque stelle, ha parlato di un «nuovo inizio» per il Niger e guiderà il paese per un periodo minimo di cinque anni. La Carta stabilisce infatti una transizione della durata di 60 mesi, con possibilità di estensione in base all’evoluzione della sicurezza e agli accordi con gli altri stati saheliani. Lo ha confermato il segretario generale del governo, Mahamane Roufai Laouali, sottolineando che la Carta avrà valore di legge fondamentale per tutta la fase di rifondazione.

Scioglimento dei partiti e amnistia

Tra i primi provvedimenti adottati dal nuovo regime ci sono due decreti che prevedono lo scioglimento di tutti i partiti politici e un’amnistia per i detenuti politici e militari. Tiani ha giustificato la decisione con la necessità di promuovere una riconciliazione nazionale, ribadendo che «è fondamentale che i nigerini imparino a perdonarsi, per liberarsi del peso di odio e rancori che bloccano il paese».

Le basi militari straniere solo con referendum

Un altro annuncio rilevante riguarda la presenza militare straniera. D’ora in avanti, qualsiasi decisione sull’installazione di basi militari estere dovrà passare attraverso un referendum popolare, segnando una netta discontinuità con le politiche del passato.

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