
Questo articolo è uscito nel numero di Nigrizia di febbraio 2025.
Caro Alex,
la situazione nelle carceri italiane è allarmante. Nel 2024 quasi 90 suicidi e parecchie rivolte; rancore, senso di vendetta, istinti e pratiche di basso giustizialismo ci sbattono in faccia il degrado di questa società d’Occidente. Mi piacerebbe che tu scrivessi del carcere nella tua rubrica di Nigrizia… (Sandro Sardella)
Caro Sandro, grazie per questa tua richiesta di dedicare la mia rubrica alla situazione carceraria in Italia. Penso che una rivista missionaria come Nigrizia non possa ignorare i carcerati, perché la missione è annuncio di liberazione per i poveri, gli oppressi, appunto i carcerati… e secondo il vangelo di Matteo saremmo alla fine giudicati se saremo stati vicini agli ultimi della società. Perché Gesù si identifica con loro: “E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?” (Matteo,25:39).
Qui a Napoli cammino in sintonia con don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggio Reale. Lui sostiene che le carceri andrebbero soppresse – perché sono “scuole di crimine” – e sostituite con forme alternative che permettano il recupero della persona e il suo inserimento nella vita sociale. In questo nostro paese gli ultimi sono proprio i migranti e i detenuti. Lo scorso anno è stato il più orribile per i carcerati, con 88 suicidi; 23 delle persone che si sono tolte la vita avevano un’età inferiore ai 30 anni. Non soltanto 88 suicidi ma anche 243 morti in cella per altre ragioni.
Gli istituti minorili non sono mai stati così pieni e vi si trovano anche una ventina di bambini piccoli con le loro mamme. Le carceri italiane sono strapiene, con oltre 62mila detenuti a fronte di 47mila posti disponibili. In ogni cella ci sta il doppio dei carcerati accoglibili. Le carceri sono ora un Inferno dantesco. I detenuti sono obbligati a vivere in strutture fatiscenti e in spazi ridotti; questi luoghi sono diventati una discarica sociale. Vi si trovano 19mila stranieri, 17mila persone con problemi di tossicodipendenza; 4mila con disagi psichici.
A sfidare una tale situazione ci sono solo 66 medici e mancano psicologi ed educatori: questo spiega il massiccio uso di psicofarmaci che si osserva nelle carceri. Tutto questo rappresenta una violazione dell’articolo 27 della Costituzione, per il quale la pena non può mai essere contraria al senso di umanità e deve sempre tendere alla riabilitazione del condannato. Non possiamo poi dimenticarci dei Centri di permanenza per i rimpatri, i Cpr, dove tanti migranti provenienti dai cosiddetti “paesi sicuri” vengono rinchiusi.
Si tratta di veri e proprio carceri, anzi di lager dove spesso non vi sono né medici né psicologi. Quanti suicidi e quante rivolte in queste strutture orrende? Questa situazione carceraria disastrosa è dovuta in buona parte all’orgia punitiva che muove il governo Meloni; basti pensare ai decreti Caivano, Cutro, alla proposta di legge sulla sicurezza…
Papa Francesco nell’aprire il Giubileo ha voluto aprire la porta del carcere di Rebibbia, dicendo: «Non si cercano soltanto capri espiatori che paghino con la loro libertà e con la loro vita per tutti i mali sociali, come era tipico nelle società primitive, ma oltre a ciò talvolta c’è la tendenza a costruire deliberatamente dei nemici: figure stereotipate, che concentrano in sé stesse tutte le caratteristiche che la società percepisce o interpreta come minacciose».
Queste figure sono oggi i migranti, persone con problemi psichici, i tossicodipendenti, i poveri. Le carceri sono piene di queste persone. Caro Sandro grazie per avermi inviato il libro Storie di Orione che presenta una storia alternativa in carcere. Continua a batterti per questa causa.