
Amaka Ethel Nwokorie oggi è la presidente di Afrit, African Reformer in Italy, un’associazione che si propone di colmare il divario sociale tra le persone che migrano dall’Africa in Italia e la società italiana. Ma prima di arrivare a esser questo e diventare mediatrice linguistica ha dovuto attraversare una storia durissima, quella che racconta nel libro.
Akouma (questo il nome della protagonista nel racconto) arriva in Italia dalla Nigeria con l’inganno. È convinta di dover dare una mano a una lontana cugina che ha chiesto un aiuto. Ma niente di quel che ha sentito raccontare a casa, alla sua famiglia, è vero. Infatti, non appena arrivata, le viene sequestrato il passaporto, e la parente maman cerca in tutti i modi di buttarla sulla strada insieme ad altre ragazze. Di farla prostituire.
Ma la giovane, forte della sua integrità e del suo credo, si oppone con tutte le sue forze, cerca in ogni modo di scappare, fino a quando ci riesce per davvero. Tutto questo avviene grazie a una giovane madre che la intercetta, la mette in salvo, la porta da delle suore. E pian piano la vita si apre di nuovo.
E torna, come un mantra, quel che gli ripeteva il suo amato padre: «Nessuna conoscenza è uno spreco! Diventi culturalmente ricca viaggiando». All’inizio cosa possa arricchirla di questa esperienza così dura e cruda è difficile da comprendere, ma le parole che ti crescono hanno il potere di diventare faro luminoso nei periodi più bui della vita. Per Amaka/Akouma è stato così, e per questo questa testimonianza è luce preziosa.