Precisazione in merito a un articolo di Nigrizia e risposta del direttore
Brasile Chiesa e Missione
Precisazione in merito a un articolo di Nigrizia e risposta del direttore
20 Agosto 2025
Articolo di P. Arnaldo Baritussio
Tempo di lettura 4 minuti

Carissimo Direttore, sfogliando la rivista Nigrizia di luglio-agosto ho reagito immediatamente alle prime tre parole del titolo dell’articolo: Brasile / Martire beato. L’obbedienza di padre Ezechiele (pag. 58). Si tratta in effetti dell’eliminazione di un missionario scomodo in Brasile, cioè padre Ezechiele Ramin, a tutt’oggi servo di Dio. In verità sono le ultime due parole a sollevare non piccolo problema: “Martire beato”.

Non c’è alcun documento ufficiale della Chiesa che affermi tale realtà perché la Causa di martirio di padre Ezechiele vive ancora una fase interlocutoria. È sempre sconsiderato anticiparsi al giudizio vincolante della Chiesa. Perciò, quel “Beato”, può far pensare a culto indebito, pesantemente sanzionato da Papa Urbano VIII anche con l’interruzione dell’iter della Causa.

Devo, pure, far notare che nel contenuto dell’articolo, peraltro sufficientemente ben delineato, un’affermazione non corrisponde a verità là dove si afferma di padre Ezechiele che: “Tutti lo sconsigliarono di andare nella località dove era sorto il problema, data la pericolosità del luogo. Consigli dettati da buon senso, prudenza, attesa paziente e dal dovere di evitare di esporsi in prima persona” (pag. 61).

La pura verità vuole che tutti e tre i padri residenti a Cacoal in Rondonia (John Clark: parroco effettivo della parrocchia; Giuseppe Simionato, superiore religioso e parroco in solido ed Ezechiele Ramin, parroco in solido) avessero deciso di recarsi tutti assieme alla Fazenda Catuva, data la gravità della situazione. Dunque, quel “tutti lo consigliarono di non andare” è da togliere. Tuttavia, è il “Beato martire” a fare problema e che deve essere corretto e, nel nostro caso, smentito perché induce in errore chi legge facendo credere che padre Ezechiele sia stato già dichiarato “Beato” prestando il fianco di conseguenza a quella fattispecie designata “culto pubblico indebito”.

Gradiremmo che Nigrizia, voce autorevole dei Missionari Comboniani in Italia, si associasse a questa smentita, in quanto, e interpreto benignamente e quasi inavvertitamente, avesse voluto esercitare una pressione indebita sull’autorità della Chiesa per favorire l’avanzamento della Causa sul martirio del servo di Dio Ezechiele Ramin. Mi sembra una richiesta ragionevole perché la stessa Postulazione è intervenuta in passato per far rimuovere due icone del Servo di Dio con aureola: una dagli ambienti della Facoltà teologica di Chicago (CTU Catholic Theological Union) e l’altra dal sito di Vatican News in cui padre Ramin appariva con le sembianze di un martire coronato dell’Amazzonia.

Tali icone erano state fatte rimuovere perché i Comboniani non possano essere accusati di aver indotto i lettori ad esercitare culto indebito nei confronti del servo di Dio. Il documento fondamentale al quale ci si deve attenere è la Sanctorum Mater, che negli articoli 117 § 1 sancisce testualmente: “I1 servo di Dio non sia oggetto di culto pubblico ecclesiastico senza la previa autorizzazione della Santa Sede” e nell’articolo 119 § 1 stabilisce che: “Se non si rilevano abusi di culto, il vescovo o il suo Delegato procede alla stesura della Dichiarazione sul non culto, ossia la dichiarazione in cui si attesta che i Decreti di Urbano VIII sono stati osservati”. Ringrazio per l’attenzione che si vorrà riservare a queste mie importanti puntualizzazioni. Con rispettosi ossequi e fraterna amicizia.

Arnaldo Baritussio, missionario comboniano


La replica del Direttore 

Ben volentieri accettiamo le sue osservazioni che hanno valore di smentita in materia di così grande importanza per noi, come appunto la Causa di Beatificazione di padre Ezechiele Ramin. Staremo più attenti per il futuro a sviste di questo genere nei nostri scritti in materia sperando che la Chiesa, quanto prima, possa esprimere il suo parere favorevole su una morte che tra i fedeli assume sempre più un significato martiriale. Fatto reso ancora più visibile quest’anno in occasione del 40° della morte, celebrato in Brasile nella Diocesi di Ji-Paraná (RO) e in Diocesi di Padova. Grazie e sempre uniti nel dono di sé a favore degli ultimi cha ha contrassegnato tutta la vita di padre Ezechiele.

P. Giuseppe Cavallini

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