A meno di otto settimane dalle cruciali elezioni presidenziali e legislative del 28 dicembre in Repubblica Centrafricana, il 3 ottobre scorso è stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Bangui Dominique Désiré Erenon, leader del partito di opposizione Marcia per la democrazia e la salvezza del popolo (MDSP).
La notizia ha provocato scompiglio nello scenario politico del paese. Fino ad ora il governo ha mantenuto il silenzio in merito alle ragioni dell’improvvisa detenzione di uno dei più accaniti oppositori del presidente in carica Faustin-Archange Touadéra, alimentando così numerose speculazioni.
Erenon rientrava da tre anni di esilio autoimposto in Francia. Membri del suo partito hanno dichiarato che intendeva col suo ritorno riprendere le sue attività di insegnante e partecipare al dialogo politico nazionale.
Esperto costituzionalista, Erenon ha lavorato per l’Unione Africana e come docente di diritto pubblico all’Università di Bangui. Era volato in Francia nel 2022, affermando di essere così sfuggito a un tentativo di sequestro.
Si presume, nonostante le scarse informazioni, che dopo un interrogatorio da parte della Sezione ricerca e investigazione (SRI), la polizia politica centrafricana, sarà deferito al pubblico ministero per ulteriori accertamenti.
Come noto, il presidente Touadéra, ha già formalizzato la sua candidatura per un controverso terzo mandato. La sua rielezione è sostenuta dal partito di governo, il Movimento dei cuori uniti (MCU).
L’arresto immotivato di Erenon potrebbe alimentare ancor di più l’opposizione che denuncia regolarmente un clima di repressione e una riduzione dello spazio democratico nel paese in vista delle elezioni generali.
Da sottolineare che nel paese sono presenti dal 2018 mercenari legati alla Russia, a sostegno del governo.