Questo articolo è uscito nel numero di Nigrizia di novembre 2024.
Caro Alex, il nuovo Ddl sicurezza, in discussione al Senato, sembra studiato con attenzione per colpire al cuore le capacità della società civile italiana di mobilitarsi. Ci sono anche dei passaggi “ad personam”, come quello sul blocco stradale che sembra veramente concepito per colpire gli ambientalisti. Te lo chiedo senza giri di parole: sei preoccupato? (Raffaella Sermonti)
Il Disegno di legge sicurezza è già stato approvato dalla Camera e ora è in discussione al Senato. La società civile, le associazioni, i movimenti sono molto preoccupati, perché lo scopo di questo provvedimento è quello di colpire le mobilitazioni contro il governo. Più di uno lo ha già definito il decreto “anti-Ghandi”, il padre della nonviolenza attiva.
Basta scorrerlo, il Ddl, per capire quanto sia azzeccata questa definizione. La norma prevede infatti fino a due anni di carcere per chi promuove blocchi stradali e ferroviari. Ciò è grave perché questo metodo è uno dei più usati dai gruppi ambientalisti come Ultima generazione ed Extinction rebellion, che chiedono al governo di uscire dal ciclo dei combustibili fossili.
Nel Ddl è previsto inoltre un inasprimento di pene per chi, nelle manifestazioni, compia atti di violenza danneggiando edifici. E per chi danneggia i cantieri di grandi opere pubbliche come il Ponte di Messina o la Tav (Val di Susa) ci sarà un aggravamento delle misure punitive. E per i migranti che partecipano a rivolte in carcere o nei Cpr, sono previsti dagli uno ai quattro anni di reclusione.
Lei mi chiede se sono preoccupato. No, non sono per nulla preoccupato da tutte le minacce contenute in questo decreto! Questo perché tutta questa repressione della cittadinanza attiva, me l’aspetto da un governo di ultra destra che non tollera opposizione seria come è il governo Meloni. Ma siamo giunti a un momento epocale della storia dell’homo sapiens su questo pianeta. Siamo sull’orlo di una catastrofe che ci porterà all’estate incandescente; o di una guerra atomica, che ci porterà a un inverno nucleare. Questo grande peccato contro la vita.
Mai come oggi la disobbedienza civile è una necessità, come ci hanno insegnato Gesù di Nazareth, Ghandi, Martin Luther King. La disobbedienza civile si paga: chi la pratica deve avere il coraggio di andare in tribunale e se occorre in prigione. Come successo appunto a Gesù o Martin Luther King. È così che si vince. Per questo non possiamo lasciare soli tutti i giovani che si oppongono a questo ddl sicurezza; che poi è il modo oggi più giusto per difendere la nostra libertà e il nostro diritto a esprimere il dissenso.
Deve diventare una prassi popolare per mettere in crisi questi governi, che sono prigionieri dei grandi poteri economici. Questo diritto ci viene dalla nostra Costituzione, che è nata a sua volta dalla Resitenza.
Non dimentichiamoci mai che il 21 novembre 1946, Giuseppe Dossetti, la grande anima della Costituzione italiana, aveva proposta all’Assemblea costituente di scrivere nella Carta fondamentale di includere questo articolo, passato in prima fase ma poi non accolto nel documento, alla fine: «La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla suddetta Costituzione è un diritto e un dovere di ogni cittadino».